La diaria al centro delle divisioni nel Movimento Cinque Stelle


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M5S

Linee contrastanti nel Movimento Cinque Stelle riguardo la restituzione dell’indennità parlamentare per le spese aggiuntive. La cosiddetta “diaria”, all’interno della quale viene corrisposta ai deputati la retribuzione per tutte le spese aggiuntive per le loro attività, è al centro di un dibattito acceso all’interno del movimento di Beppe Grillo.

 

 

Tanto che lo stesso Grillo, d’accordo con Casaleggio, aveva scritto ai suoi deputati “invitandoli” a restituire la parte d’indennità non spesa. La strada, più volte dettata dal leader del movimento era quella di destinare le indennità superflue a delle Onlus o a creare un fondo per il micro credito alle piccole imprese. Se sullo stipendio l’accordo tra i deputati è stato raggiunto senza problemi, riducendolo a 2500 euro e devolvendo il resto, non è stato lo stesso per le spese aggiuntive.

 

Tanto da rendere necessario la promozione di un sondaggio all’interno del gruppo parlamentare il cui esito va contro le direttive di Grillo e Casaleggio. Il 48% dei deputati ha infatti chiesto di trattenere la somma destinata alle spese documentate e di rendere volontaria la restituzione del resto della diaria. Il 36% è risultato invece d’accordo con Grillo nel restituire il rimanente del rimborso una volta pagate le spese certificate. Altre parti minoritarie hanno avanzato anche altre proposte come quella di trattenere tutto il rimborso e di prendere una decisione tra quattro mesi dopo aver capito le reali necessità e spese per l’attività parlamentare.

 

La parte che ha chiesto di rendere volontaria la restituzione lo ha fatto soprattutto per motivi fiscali che cambiano da deputato a deputato. In base infatti ad ogni singola posizione fiscale alcuni deputati potrebbero essere costretti a pagare un cumulo fiscale che potrebbero compensare solo trattenendo il resto della diaria.