Boldrini, basta silenzio sulle stragi di mafia


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Boldrini

Ha scelto la Sicilia il presidente della Camera, Laura Boldrini per celebrare la festa dei lavoratori. In particolare Portella della Ginestra, luogo della strage di mafia del 1947 ai danni di numerosi braccianti agricoli. Non una scelta casuale, ma precisamente voluta dalla terza carica dello Stato che ha voluto insieme lanciare un monito su due temi fondamentali: mafia e lavoro.

 

 

Partendo dal primo è arrivato l’ennesimo appello del presidente a far piena luce su tutte le stragi di mafia. Parlando di quella che esattamente sessantasei anni fa vide vittime i lavoratori agricoli siciliani ad opera della banda di Boris Giuliano, la Boldrini ha colto l’occasione per rafforzare il messaggio già espresso nei giorni passati sul silenzio sulle stragi di mafia. «Bisogna togliere ogni velo e ogni segreto sulla lunga catena di stragi che ha insanguinato la vita della Repubblica. Senza un pieno accertamento della verità – ha aggiunto la Boldrini – non è possibile riconoscersi in un terreno di valori e di memoria condivisa».

 

Ancora un riferimento chiaro ai misteri che hanno visto protagonista la mafia e l’intreccio con le istituzioni come già fatto nei giorni passati. La strage di Portella della Ginestra è anche il simbolo dello sfruttamento dei lavoratori da parte dei latifondisti che utilizzarono proprio la mafia per cercare di bloccare i cambiamenti sociali in atto in quel periodo.

Nel giorno della festa dei lavoratori la presidente non ha perso occasione per rimarcare l’inutilità del concetto di mafia “buona” e ha ricordato come il cancro malavitoso si sia sempre scagliato contro «i lavoratori, il cambiamento e le riforme sociali».