Il treno dimenticato non passa più


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Viaggiare in treno

Il treno è un meraviglioso mezzo di trasporto che regala tante delizie a chi come me adora spostarsi ammirando il paesaggio che scorre al di fuori del finestrino. In treno ho attraversato l’Europa intera ai tempi nei quali non esistevano ancora i voli economici ma soltanto il biglietto Interail che permetteva percorrenza illimitata per un mese da Lisbona a Venezia, da Palermo a Stoccolma.

La prima volta che sono andato a Londra ci sono arrivato al culmine di un meraviglioso viaggio ferroviario da Salerno fino al Tamigi durato quasi due giorni. Ma la mia infanzia ha conosciuto anche viaggi a ben più corto raggio sulla linea Salerno-Sicignano-Lagonegro. Con la “littorina” ( un locomotore d’epoca fascista) arrivavo dal capoluogo alla stazione di Petina o di Auletta paese d’origine della mia famiglia dopo un viaggio nel cuore pulsante della nostra provincia. Purtroppo la linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro è stata dichiarata qualche decennio orsono un ramo secco e dismessa. Migliaia di persone sono rimaste a piedi e costrette ad utilizzare l’auto o un bus per spostarsi da/per capoluogo.

Il danno per l’ambiente, la sicurezza, la qualità della vita è stato enorme. Il treno è un mezzo ecologico, economico, rilassante. Durante il viaggio si può legger un libro, lavorare al computer, parlare con le persone giungendo alla meta in completo relax e con tempi certi di percorrenza. Purtroppo però il trasporto ferroviario locale conosce tagli sempre più pesanti. Le corse si diradano ed i treni rimasti costringono i passeggeri a viaggiare pigiati come sardine.

E se per caso ti scordi di comprare il biglietto rischi di non poter salire a bordo di sera perché chiudono le biglietterie e le macchine automatiche non erogano i biglietti per i treni regionali sulla rotta Napoli-Salerno. Come si vivrebbe meglio se ci fosse ancora il treno tra Sicignano e Lagonegro e simili trenini in altri angoli dimenticati della provincia campana ed italiana. Gli studenti ed i lavoratori pendolari potrebbero dormire un poco di più al mattino, le signore potrebbero venire  in città per lo shopping e rientrare in paese in tempo utile per la cena, qualcuno potrebbe coltivare il poderetto dei nonni.

Invece il treno non passa più anche se qualche volenteroso comitato locale cercano di recuperare le stazioni e la linee ferrata almeno per scopi turistici. In altre regioni questi tentativi hanno generato importanti flussi di visitatori. Perché non provarci seriamente anche dalle nostre parti?