Pietro Mennea, un campione contro


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Pietro Mennea
Pietro Mennea

E’ morto Pietro Mennea, il più grande sportivo italiano di tutti i tempi. Era basso e sgraziato eppure è riuscito a metter in fila i giganti americani ed i campioni dell’Est sfornati dai laboratori d’oltre Cortina.

Ha partecipato a cinque olimpiadi, conquistando l’oro sui duecento metri a Mosca 1980 e ci sono voluti quasi venti anni per migliorare il suo primato mondiale 19.72  conquistato a Città del Messico.

Pietro Mennea era un’asceta dello sport, capace di sopportare enormi carichi di lavoro per limare centesimo dopo centesimo, millimetro dopo millimetro. Un sacrificio immane che solo la sua enorme volontà ha permesso di sopportare. Senza doping e senza scorciatoie di nessun tipo anche quando i suoi vicini di corsia sfrecciavano via.

Ho avuto l’onore di toccare la maglia che la “Freccia del Sud” indossava il giorno del primato. Ho avuto l’onore di esser amico di un uomo grandissimo: un atleta formidabile, un ottimo deputato, un prezioso educatore.

Avrebbe dovuto esser ospite di “Semplicemente parliamone” il nostro ciclo d’incontri con i protagonisti della vita semplificata. L’intervista la facciamo presto, mi aveva promesso Pietro l’ultima volta che l’ho sentito. Presto e bene, come ha fatto tutto nella sua vita troppo breve dal punto di vista del calendario ma enormemente intensa sotto il profilo dei risultati raggiunti.

Vorrà dire che gli spediremo il nostro sms dei sogni “Grazie Pietro, per averci insegnato che con i sacrifici e la tenacia un ragazzo del Sud può diventare l’uomo più veloce del mondo”.