Città della Scienza diventi Patrimonio Unesco


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Città della scienza

L’incendio di Città della Scienza è un attentato. E’ un rogo simile a quello della biblioteca di Alessandria. Si brucia la conoscenza per far terra bruciata del futuro. Si attenta così alla dignità della persona. Amavo, anzi amo ed amerò, molto Città della Scienza. Amo molto passeggiare sul lato mare mentre il sole tramonta al largo di Nisida ascoltando la voce delle onde e quella dei bambini che si trastullano con gli esperimenti scientifici trasformati in gioco.

In modo moderno con le sue attività ed esposizioni Città della Scienza ha accompagnato intere generazioni alla scoperta del sapere come elemento di miglioramento della propria vita. Ha permesso a tanti giovani di sviluppare il proprio talento. Ha ospitato eventi di rilievo mondiale.

E per il POTERE non c’è nulla di peggio. Servono servi ignoranti per continuare a mantenere il proprio dominio prevaricante. Il POTERE ha molte forme: finanziario, etico, criminale ma un’unica declinazione violenta. Se i sottomessi diventano troppo intelligenti c’è il rischio che lo status quo venga irrimediabilmente stravolto. Era questa l’illusione dei barbari che diedero fuoco alla biblioteca di Alessandria distruggendo un patrimonio di conoscenza millenario. I frammenti di quella conoscenza, magari in modo più complesso, sono però comunque giunti fino a noi e continuano ad arricchire la nostra vita.

Bisogna mobilitare la coscienza universale affinché, proprio come un’araba fenice, Città della Scienza rinasca dalle sue ceneri. La zona dovrebbe esser dichiarata dall’Unesco Patrimonio Universale dell’Umanità. La ricostruzione deve esser immediata e proprio dal fuoco potrebbe giunger nuovo stimolo per la completa riqualificazione urbanistica dell’area. Un sogno? In Italia, a volte, questi sogni sono diventati realtà come nel caso del Teatro “La Fenice” di Venezia e del “Petruzzelli” di Bari. Dopo il rogo che li aveva ridotti in cenere sono stati ricostruiti e riportati a nuova vita artistica e sociale.