Football americano e donne? La storia di Erika


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Erika Lazzari

Mi lascia molto perplesso, per ragioni tecniche ed estetiche,  il calcio femminile figuratevi il football americano che è ben più duro del soccer. Se il calcio non è sport per signorine, il football americano esige un fisico super non certo tipico delle donne.

Eppure la storia di Erika Lazzari, runningback dei Neptunes di Bologna, mi ha fatto cambiare idea. Erika non c’è più. Una gravissima malattia genetica l’ha portata via a ventisei anni appena. Ma prima di morire aveva realizzato il sogno di giocare in una squadra di football americano scegliendosi uno dei ruoli più difficili: correre con una palla ovale in mano mentre tutti cercano di buttarti per terra.

Il runningback deve esser coraggioso, veloce, sgusciante, capace di restare in piedi anche per guadagnare quel centimetro che faccia la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Erika ha corso la sua corsa vincendo le perplessità di gente come me e le apprensioni della mamma Barbara. Erika ha conquistato centimetro dopo centimetro ed ha raggiunto la sua meta, il touchdown, molto prima di noi rimasti a mangiare la polvere dietro i suoi tacchetti.

Erika Lazzari

Adesso guarderà dal cielo le sue amiche di squadra, i colleghi maschi e tutti noi appassionati di uno sport che è anche una filosofia di vita: la conquista faticosa della meta con l’organizzazione di gioco ma soprattutto con qualche prodezza individuale. Ed è quello che tutti dobbiamo imparare a fare proprio come Erika “ogni maledetta domenica” o meglio ogni “maledetta giornata”.

A renderle omaggio anche i Briganti Napoli che cominciano – sotto la guida del presidente Matteo Garofalo – il loro campionato di serie A2. L’appuntamento per il kick-off è alle ore 12.00 di domenica 3 marzo presso  lo Stadio Virgiliano a Posillipo per la prima sfida contro gli Sharks