Semplicemente parliamone: Raffaele Cantone

Magistrato


INTERAZIONI: 7

Intervista in Optima Italia a Raffaele Cantone, Magistrato Antimafia

Quando Raffaele Cantone era bambino giocava a calcio nelle cosiddette ‘scampie‘, che all’epoca erano semplicemente dei campi aperti. Oggi, come sappiamo, Scampia identifica una realtà molto diversa. Con estrema onestà e semplicità Raffaele Cantone ci parla del suo ruolo, della delinquenza come caratteristica insita nell’uomo e del fatto che un mondo senza criminalità non può esistere. Ma quando gli chiediamo di parlarci delle complessità del suo lavoro, ci stupisce ancora di più: per Raffaele Cantone il compito più difficile è quello di giudicare gli uomini.

Quanto alle nuove tecnologie, rappresentano una vera e propria rivoluzione e grazie ad esse le investigazioni hanno fatto enormi progressi. C’è una sola cosa però che la tecnologia non potrà mai sostituire, ed è il lavoro dei giudici, perché nessuna macchina sarà mai in grado di giudicare un uomo.

Raffaele Cantone rappresenta un vero e proprio modello di lotta alla complessità. Non solo per il ruolo che ricopre, ma anche per la sua capacità di trasmettere a chi lo ascolta come stanno veramente le cose. Nel bene e nel male. La camorra, conclude, sul piano militare è stata sconfitta. Ma la lotta non finirà mai, fino a che ci sarà uno strato della società che continua a dargli valore.
Buona visione.

 

Note:
Raffaele Cantone nasce a Napoli e nel 1991 diventa magistrato. Nel 1999 entra nella Direzione Distrettuale Antimafia e ci resta fino al 2007. Partecipa alle indagini sul clan del Casalesi che Roberto Saviano descrive nel libro ‘Gomorra’. Si occupa anche delle indagini sulle infiltrazioni dei clan casertani all’estero. Vive tutelato dal 1999 e sottoposto a scorta dal 2003, quando è stato scoperto il progetto di un attentato ai suoi danni organizzato dal clan dei Casalesi. È autore di libri e di numerosi articoli pubblicati su ‘Il Mattino’.

(Intervista a cura del nostro S-Buster Peppe Iannicelli)