Un applauso per le Paralimpiadi


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Paralimpiadi
Paralimpiadi

Citius, fortius, altius! Più veloce, più forte, più in alto. Il motto olimpico è anche un manifesto di vita. Ci entusiasmano gli atleti  normodotati che sbaragliano i record, ma i veri superoi sono gli atleti paraolimpici di scena a Londra negli stessi luoghi dell’Olimpiade normale.

Altro che i gossip della nuotatrice e del nuotatore, altro che la confessione del marciatore e lo smarcamento della pattinatrice, altro che le furbate genetiche di atlete che sembrano – e forse sono davvero – atleti, altro che i mal di pancia del centravanti a caccia di un ingaggio migliore.

Alle Paralimpiadi non c’è trucco e non c’è inganno. Questi atleti formidabili vanno davvero citius, fortius, altius senza uno o più arti, senza il bene della vista o dell’udito, costretti su di una sedia a rotelle. Confesso di essermi vergognato mentre applaudivo le loro prodezze in pista, in palestra ed in piscina. Mi vergognavo della mia pigrizia ciccionesca, di quando per un mal di testa non riesco più a muovere un passo, di quando mi lamento della vita essendo nella piena disponibilità della strumentazione fisica e psichica.

Merita un enorme applauso chi ha trasformato le avversità della sorte e della vita in uno stimolo ulteriore per migliorare le proprie performance. Merita di aver accessi i riflettori mediatici ben oltre il tempo delle gare. Merita di andare in televisione e finire sui giornali perché ogni gesto è un esempio per tutti noi normali che di handicap ne abbiamo molti, ma molti di più di loro.

Parliamone.