Scortesia ferroviaria


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Ero in fila per acquistare un biglietto ferroviario. La coda verso lo sportello avanzava, ma molto lentamente. Altri motivi per lamentarsi con i compagni d’attesa: il sito per gli acquisti on line che funziona a singhiozzo, la mancanza di un’anagrafe elettronica che permette di ottenere la fattura fiscale anche dalle macchine self-service. L’umore non era dei migliori. Ma è diventato nerissimo quando è finalmente giunto il mio turno e mi sono imbattuto in una bigliettaia scortese.

Indossava dei guanti di lattice come se noi viaggiatori fossimo degli appestati; non rispondeva al saluto di cortesia che ho ancora l’abitudine di rivolgere quando comincio una pratica; era distratta ché ho dovuto urlare urbi et orbi le mie coordinate tributarie. Mi sono molto arrabbiato di questo comportamento anche perché mi sono convinto che la bigliettante imprecasse in cuore suo, ma senza riuscire a camuffare il sentimento, contro ogni singolo viaggiatore al suo cospetto.

Salito sul treno mi sono imbattuto nel controllore, se possibile, ancora più scostumato della sua collega alla biglietteria. Ha fatto irruzione nella carrozza urlando a squarciagola: BIGLIETTIIIII!!!!, quasi che fossimo tutti sordastri. Ha cominciato a controllarli senza rivolger parola a nessuno. Quando è giunto al mio posto, pagato a peso d’oro, gli ho rivolto un saluto che egli non ha contraccambiato.

Sono sbottato. Non ne potevo più e gliene ho detto quattro. Lui non si è scomposto di un centimetro e mi ha replicato sfacciatamente: se dovessi dire buongiorno a tutti passerei la giornata a salutare i viaggiatori. Se n’è andato lasciandomi di stucco insieme agli altri viaggiatori contro i quali, ne sono sicuro, anche lui stava imprecando in cuor suo.

D’altro canto uno dei motti più in voga tra gli addetti ai lavori è: in ferrovia si starebbe anche bene, se non ci fossero i passeggeri!!! Con quello che ho pagato il biglietto, la scortese impiegata e lo scortese bigliettaio avrebbe dovuto farmi almeno un bel sorriso, augurarmi buon viaggio e magari anche offrirmi una tazza di caffè. Ma perché mettete allo sportello gente simile? Perché fate salire sul treno questi individui? Chi sta a contatto con il pubblico, vale per un ufficio pubblico come per un ristorante, deve esser sempre e comunque cortese.

Vi è capitato di esser trattati male in treno o in biglietteria. Raccontatemelo.