Far bene l’amore fa bene all’amore


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amore

Il sexy pay-off di una nota marca di profilattici ha scandito la nostra adolescenza. Siamo diventati uomini, da tutti i punti di vista, cercando il posto giusto per vivere l’intimità con la nostra fidanzata.

Non avevamo, ai tempi, i social network e le mappe di Google ma il tam-tam erotico funzionava benissimo. Ogni città, ogni quartiere aveva i suoi anfratti preferiti. Una fabbrica dismessa, una strada poco battuta (absit iniuria verbis), un parco pubblico spelacchiato e mal illuminato,un cantiere al termine dell’orario di lavoro. Ogni posticino appartato era buono per fare l’amore!

Ciascuno aveva i suoi posti preferiti, ma non esitava a condividerli – con facebook avremmo detto mi piace – con amici e conoscenti. Parcheggiavamo l’uno accanto agli altri per difenderci da balordi e guardoni. Qualche volta mi è capitato di restar chiuso dentro i cancelli serrati di un parco o di un cantiere. Nonostante le fatiche amorose eravamo, però, in grado di scavalcare la staccionata e tornare in tempo utile a casa. Usavamo i fogli di giornale per tappezzare l’autovettura e nasconder le effusioni dagli sguardi indiscreti.

Mi chiedo come facciano, oggi, i miei figli ed i nativi digitali. Quanti tablet ci vogliono per occultare una vettura anche di piccola cilindrata? Ed il navigatore satellitare è impostato per trovare l’angolino romantico? Ed in caso di scappatella, non c’è il rischio di esser sgamati dal GPS?

Temo che il cloud computing renda tutto molto più complicato. Ci vuol poco per restare off-line o con la batteria scarica. Succedeva anche a noi, rarissimamente sia chiaro, ma non è mai piacevole. Né allora, né oggi.

Mi piacerebbe farmi un poco di fatti vostri. Se siete adulti mandatemi i vostri amarcord. Se siete ragazzi ditemi come fate.