Del resto Seattle è nota per la pioggia, i gruppi rock, grunge e per essere la sede principale della Microsoft.
Pochi sanno che, allontanandosi di poche centinaia di km dalla città, ci sono sterminate foreste , un tempo territorio indiano poi ceduto allo stato in cambio dei monopoli di Tabacco e Casinò.
Agli indiani sono state lasciate anche riserve naturali come l’Olympic National Park, un vero paradiso terrestre … ma pur sempre una foresta pluviale!
Pertanto è impensabile addentrarcisi in canotta e infradito. Eppure io sono arrivata a tanto!
Non mi ero realmente resa conto della selvaggità dei luoghi, avevo forse sottovalutato l’entità dei pericoli che vi si annidavano: fino a quando, nel punto in cui la vegetazione diventa fittissima da non far nemmeno intravedere il sentiero ed ogni sorta di insetto ti ronza attorno, scorgo una tavola di legno con sopra inciso alla meglio :ATTENTI ALL’ORSO!
No ragazzi, ma stiamo scherzando? Passino pure gli insetti che mi pizzicavano dappertutto, le erbe irritanti dalle quali non riuscivo a proteggermi essendo, praticamente, a piedi nudi … ma l’orso no!
Come mi difendo dall’orso? Perfino l’impavido e selvaggio Tristan (Vento di Passioni) alla fine soccombe all’orso. Figuriamoci io.
“Effettivamente più là mi era sembrato di vedere la baracca di un Ranger” borbotta il mio fidanzato tra il desiderio di outing e la paura della mia reazione. “In ogni caso io ho questa grossa mazza di legno, non ti preoccupare” : O
Il bastone di legno? Per spaventare l’orso?
“Voglio subito trovare la strada d’uscita”, proclamo “ ma come si fa ad uscire di qui?”.
“Ecco sono il protagonista di In to the wild e, come lui, morirò qui, ma a trovarmi non saranno dei cacciatori ma l’orso, che mi divorerà anche da morta”.
Alla fine abbiamo deciso di sdrammatizzare e goderci quel meraviglioso spettacolo di intrecci di liane, uccelli colorati e ruscelli ristoratori.
Che spettacolo, Olympic National Park, nei dintorni del lago Quinault, ditelo alla vostra agenzia di viaggi!