Ho letto On the Road di Kerouac quando già avevo spento la 30esima candelina , quando molti pezzi del puzzle erano già incastrati sul tavolo, quando il messaggio era già stato attenuato da altri libri, canzoni o film. E probabilmente è questo (o il costo della benzina) il motivo per cui non mi sono messo al volante in cerca di quel senso di libertà mascherata da insoddisfazione che il libro trasmette. Perchè On the Road ha fatto e forse ancora fa, questo effetto. E non parlo di quell’euforia momentanea che fa prendere a cazzotti il cuscino dopo aver visto Rocky. Parlo di una ripartenza, di un’inversione di rotta.
“Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati.” “Dove andiamo?” “Non lo so ma dobbiamo andare.”
Ora questo capolavoro è diventato un film, e ovviamente ha tutte le carte in tavola per avere un grande successo. Road movie, droga, sesso, cast…
Chi scrive però, tutto questo entusiasmo di vedere il film non ce l’ha.
Chi scrive è uno che forse non può farcela a vedere il salto di Kristen Stewart da dolce teenager vampira a fumatrice nuda di spinelli al ritmo di jazz.
Però chi scrive è anche uno che ha letto tutto Terzani e oggi è ancora restio a vedere la pellicola con Elio Germano tratta dal suo ultimo romanzo “La fine è il mio inizio“.
On the road uscirà probabilmente a maggio, voi ovviamente la vostra strada sceglietevela da soli.
Questo il trailer:
http://www.youtube.com/watch?v=-Iwd7ZXi3DM