A.A.A. Cercasi silenzio disperatamente!


INTERAZIONI: 8

silenzioRidatemi il silenzio! Restituitemi il diritto a non esser stordito dai mille rumori inutili della vita contemporanea. L’aggressione è perpetua. Principia dalle nostre case inondate dal frastuono della televisione accesa h 24. Le stazioni della metropolitana, i bus, i supermercati, gli aeroporti  inondano i nostri padiglioni auricolari di messaggi pubblicitari  e basi musicali né richieste, né gradite.

Una perenne “ammuina” alla quale fornisce un contributo straordinario lo strombazzamento, vietatissimo dal codice della strada, di clacson impazzati per il traffico ed i mille avvisi che partono dai telefonini in ogni nanosecondo della giornata quasi come se da quella e-mail o da quel post dipendessero le sorti dell’umanità. E poi la cafoneria dilagante! Sono stato molto sfortunato in un recente viaggio ferroviario sulla tratta Roma-Milano. La carrozza è rimasta tranquilla fino a Firenze dove è montata una comitiva di studenti. Il professore accompagnatore era scatenato; scandiva i cognomi degli alunni e gli urlava di sedersi tra i posti 45-71. L’avrà detto duecento volte ed io ho pensato di giocarmi i numeri al lotto. Nel frattempo i parenti sulla pensilina battevano le nocche sui vetri per salutare i giovani gitanti che dal canto loro si accomodavano in una fragosa confusione di bagagli e spintoni.

Mentre il treno valica l’Appennino decido di cambiare carrozza. Ma sul valico m’imbatto in una coppia di arzille signore intente a spettegolare a voce alta; resisto ventisette minuti alle chiacchiere ininterrotte e – subito dopo Bologna – mi sistemo in un altro scompartimento. Dietro di me un tizio organizzava incontri hard per coppie di scambisti declamando, a mille decibel, le caratteristiche degli uomini e delle donne coinvolti nell’affare. Arrivo a Milano scombussolato da tutto questo caos ferroviario e scopre che sono state allestite a bordo dei convogli le “carrozze del silenzio” dove si deve – per obbligo regolamentare – parlare a bassa voce, silenziare i cellullari ed evitare rumori molesti. Le ho già sperimentate in Svizzera trovandole un vero e proprio toccasana! Ma che tristezza dover creare delle aree protette ed imporre – ope legis – quello che già  il vivere civile e la buona educazione dovrebbero rendere pratica comune.

Basta con il rumore che, peraltro, fa anche male alla salute. In che modo ciascuno di noi può contribuire a ridurlo? Come combattere le situazioni  e le persone rumorose? Ditemi la vostra.