Finalmente vi diciamo la nostra nella recensione Ghost Recon Wildlands: il titolo esce poco meno di un mese dopo For Honor e completa il pacchetto di release in casa Ubisoft destinate a soddisfare un’utenza sempre più ampia. Se, da un lato, il titolo con Cavalieri, Vichinghi e Samurai catapulta i giocatori in un gameplay all’arma bianca e competitivo, la guerra contro i Narcos in Bolivia proposta da Ghost Recon Wildlands mette sul piatto un gameplay sparatutto e cooperativo. Il filo conduttore è sempre lo stesso, ovvero la capacità di Ubisoft di creare mondi e ambientazioni sempre coinvolgenti, che sia per prodotti realistici o di finzione. Il gioco è disponibile per PS4, Xbox One e PC e, dopo diverse ore passate a sgominare narcos giocando la versione del titolo per l’ammiraglia Microsoft, eccoci a dire la nostra nella recensione Ghost Recon Wildlands.
L’impero di El Sueño
Ubisoft ha scelto di rivoluzionare in larga parte la formula adottata nelle precedenti iterazioni di questa serie appartenente al brand dei romanzi di Tom Clancy, optando per un vastissimo e ricchissimo open world che permette ai giocatori di esplorare liberamente diverse regioni della Bolivia. Qui il cartello della droga Santa Blanca spadroneggia sul territorio, controllando le infrastrutture economiche, politiche e finanche militari del Paese: a capo di tutto questo c’è El Sueño, leader del Santa Blanca e nuovo imperatore della droga, capace di dominare l’escalation del narcotraffico a livello globale e di portare il mercato della droga boliviano ai vertici del terrorismo mondiale. El Sueno è anche doppiato, in lingua italiana, da un sempre eccezionale Luca Ward, che permea l’intera avventura con la sua incredibile voce attraverso varie cutscene o interventi radiofonici, costantemente trasmessi in diffusione in tutto il mondo di gioco. A ergersi a difesa del popolo boliviano, composto da civili e membri della Resistenza guidata da Pac Katari, tornano i Ghost, la speciale unità militare statunitense chiamata in causa laddove i normali soldati possono poco o nulla contro questo tipo di forze nemiche. All’invincibile quartetto, dunque, il compito di smantellare le gerarchie del Santa Blanca dalle sue fondamenta fino alla vetta, con conseguente eliminazione di El Sueño e di tutti i suoi numerosi sicari. Il Santa Blanca è strutturato in 4 rami, ognuno capeggiato da un braccio destro di El Sueño che ha a sua volta una serie di leader delegati: l’obiettivo dei Ghost è togliere di mezzo dapprima i piccoli vertici, per poi colpire direttamente il nucleo di ognuno dei settori dell’impero del narcotraffico boliviano.
I giocatori, quindi, potranno viaggiare da una regione all’altra della mappa. A ogni settore territoriale della Bolivia corrisponderà un leader del Santa Blanca, ma non si potrà iniziare da un luogo a caso. Partendo dalla regione iniziale di Itacua, agli utenti converrà seguire il grado di difficoltà di ogni regione, aumentando sempre di più il livello di sfida che potrebbe crescere di pari passo con lo sviluppo del proprio personaggio. Il membro dei Ghost controllato dal giocatore, che corrisponde anche al leader del quartetto, potrà essere creato e costantemente personalizzato grazie a un ricco editor iniziale: queste opzioni permettono di giocare con la conformazione fisica del personaggio, ma anche di scegliere il suo equipaggiamento e vestiario base nei minimi dettagli, con una enorme varietà di abiti e colori diversi che di certo fanno sbizzarrire l’utente, oltre che fargli perdere un bel po’ di tempo nella ricerca e nella scelta del vestiario che più gli aggrada. Un pregio di Ghost Recon Wildlands che tuttavia si accompagna anche al difetto principale: la totale assenza di qualunque tipo di profondità del proprio personaggio, legato indissolubilmente alla mancanza di un vero e proprio comparto narrativo. Non c’è, in Ghost Recon Wildlands, una sceneggiatura che accompagni il giocatore in una storia vera e propria, ma semplicemente ogni informazione essenziale – prima o dopo l’eliminazione di un leader del narcotraffico – viene sviscerata in alcune speciali cutscene, dalle quali emerge tutto il carisma di El Sueno e dei suoi sicari, ma nulla di più. Il personaggio controllato dal giocatore è soltanto un soldato, nulla di più, un mero strumento di sterminio ai danni dei narcos senza quel classico background psicologico o caratteriale che dovrebbe contraddistinguere l’eroe di una storia o il leader di un’operazione militare. Questo perché Ghost Recon Wildlands vuole porre l’accento, sostanzialmente, sulla sua natura di videogioco “ibrido” tra single player e multiplayer. L’avventura in Bolivia, infatti, può essere giocata da soli per i cosiddetti lupi solitari, ma anche in cooperativa con altri tre giocatori per dare la caccia al cartello in compagnia. Chi sceglie la strada solitaria finirà inevitabilmente per stancarsi dei contenuti offerti da Ghost Recon Wildlands: l’assenza di una trama vera e propria, unita a personaggi privi di ogni profondità psicologica, denota proprio la volontà di Ubisoft di veicolare il suo titolo verso un’esperienza multigiocatore, al fine di scatenare tutte le feature di un gameplay sparatutto squisitamente tattico e poco propenso allo sparare semplicemente “alla cieca”.
Operazioni tattiche in Bolivia
Come già affermammo in fase di anteprima, dopo aver giocato la Closed Beta di Ghost Recon Wildlands, Ubisoft ha dimostrato di saper attingere tanto dalla tradizione quanto dalle sue recenti produzioni (Watch Dogs 2), ma anche da altri grandi esponenti del genere di avventura con elementi da RPG, stealth e atmosfera militare (Metal Gear Solid V). Che sia da soli o con amici, non basta semplicemente gettarsi a capofitto in uno scontro a fuoco, soprattutto quando vi ritroverete di fronte a interi plotoni di narcos o dell’UNIDAD – l’unità militare della Bolivia che, in buona parte, è sul libro paga di El Sueño, dunque non si farà troppi scrupoli nell’attaccarvi e darvi la caccia in un sistema di polizia e ricercati simile al GTA di turno. Qualunque elemento del vostro equipaggiamento – che offre una quantità sconfinata di armi e oggetti interamente personalizzabili – risulterà essenziale nelle fasi di azione e di esplorazione: il Ghost è in possesso di un binocolo e un drone, i quali se potenziati al massimo con i punti abilità vi permetteranno una ricognizione veloce ed esaustiva dell’area circostante, volta a marcare nemici e oggetti utili a ripulire in fretta il luogo che vi apprestate a ingaggiare. Ogni singola arma a disposizione – potrete impiegare due slot per fucili e uno per la pistola come arma secondaria – presenta una marea di opzioni di personalizzazione, con accessori volti a migliorarne le statistiche, e un’eccelsa realizzazione tecnica, con il doppio sistema di mira in prima o terza persona (a voi scegliere quale adottare) e una vasta gamma di opzioni per l’approccio migliore: ad esempio, per alcune armi, potrete scegliere il tipo di cadenza di fuoco o se utilizzare il silenziatore, un accessorio fondamentale se prediligete un primo approccio stealth alle missioni. A tutto questo si accompagna un sistema di sviluppo del proprio personaggio basato sull’impiegare punti abilità e risorse accumulate per incrementare le capacità della squadra, dei ribelli o personali in una struttura di skill ramificate.
Punti abilità e risorse potranno essere accumulati nel vastissimo open world costruito da Ubisoft: lungo la mappa di gioco sarà possibile reperire gli elementi citati semplicemente esplorando la Bolivia, oppure interrogando sicari del cartello o analizzando e hackerando i diversi documenti e file che scoverete nelle basi del Santa Blanca. In ogni singolo luogo abitato o civilizzato potrete anche marcare le risorse che troverete, tra cibo, medicinali o equipaggiamenti, che si andranno ad accumulare insieme ai punti abilità e saranno necessari per accrescere le forze a vostra disposizione. I punti di interesse, nel quale reperire tutte queste informazioni, saranno importanti anche per venire a conoscenza delle missioni da portare a termine: dopo la prima quest introduttiva, infatti, Ghost Recon Wildlands lascia volutamente il giocatore alla mercé del suo mondo. Per progredire nel gioco non ci sarà quasi nulla di guidato, ma starà al giocatore e alla sua volontà di esplorare la Bolivia determinare la qualità e la longevità dell’esperienza: più ci si addentrerà nel mondo di gioco e maggiore sarà il numero di ore che passerete a esplorare Ghost Recon Wildlands, con una longevità potenzialmente sconfinata così come tutte le diverse opzioni di gameplay che vi offre il gioco Ubisoft.
A tutto ciò si affianca un’ottima realizzazione, da parte del team di sviluppo, di un mondo di gioco quanto mai vivace e pieno di attività da svolgere. Ubisoft si conferma maestra in materia di ricostruzione storico-culturale di una determinata ambientazione: che sia l’antichità esplorata nei vari Assassin’s Creed o la splendente modernità proposta in Watch Dogs 2, la cura maniacale nella realizzazione di paesaggi e di rappresentazione culturale premia il lavoro degli sviluppatori. Ghost Recon Wildlands, nel calarci appieno nel folklore sudamericano, ci ha ricordato tantissimo l’immersività culturale di un titolo come Far Cry 4. I puristi della serie di Ghost Recon, forse, non apprezzeranno appieno la scelta di evolvere il franchise in un open world adventure, così come la “giostra” tra giocatore singolo e multiplayer ha dato vita a un videogioco ibrido privo di una sua identità narrativa o strutturale, ma Ghost Recon Wildlands riesce nel suo intento: quello di regalare decine e decine di ore di gameplay divertente e ben bilanciato tra l’adrenalinico e il tattico, un’avventura fortemente immersiva in una terra sconfinata e stracolma di attività da svolgere.
Conclusioni
Ghost Recon Wildlands segna un nuovo inizio per i giochi di questa serie di Tom Clancy, proponendo un open world in linea con la vivacità a cui ci ha abituato Ubisoft nella sua ormai lunga vita editoriale. Calato in un’ambientazione squisitamente folkloristica come un Far Cry che si rispetti, il gioco propone un gameplay da shooter fortemente tattico che non disdegna l’approccio stealth, dimostrando quanto le ultime produzioni sia casalinghe che esterne abbiano influito nello sviluppo di giochi di questo genere. Ghost Recon Wildlands è un titolo divertente e godibile, ma la sua natura di videogioco che nella stessa modalità propone la possibilità di giocare in singolo o in co op, lo rende un prodotto ibrido privo di una realtà identità: giocarlo in solitaria rende l’esperienza, alla lunga, piuttosto monotona a causa di una totale assenza di profondità narrativa, ma è il gameplay in cooperativa a regalare vere soddisfazioni nella guerra al narcotraffico secondo Ubisoft.
Pro
- Gameplay variegato, divertente e appagante
- Una quantità sconfinata di missioni, obiettivi, personalizzazioni, collezionabili
- La Bolivia
Contro
- Alla lunga ripetitivo
- Privo di identità narrativa e di caratterizzazione psicologica del protagonista
- In singolo stanca facilmente
VOTO FINALE: 7,5/10