Aurelio De Laurentiis spezza il cuore dei tifosi napoletani. Sognare lo scudetto è meraviglioso – sostiene il patron azzurro – ma è preferibile arrivare sempre tra i primi avendo i bilanci in ordine.
L’economia batte lo sport 5 a 0 senza alcuna possibilità d’equivoco. De Laurentiis vuole esser competitivo ai massimi livelli ma non intende fare investimenti roboanti per arrivare primo.
Per De Laurentiis la vittoria del campionato italiano o della Champions League– che pure dovrebbe esser lo scopo principale dello sport, degli sportivi, dei dirigenti e dei tifosi – sono dettagli pur rilevantissimi rispetto al corretto equilibrio tra le entrate e le uscite.
E’ un modello aziendalmente ineccepibile anche in considerazione delle drammatiche vicende societarie ed economiche che hanno portato all’estinzione del Napoli di Ferlaino-Corbelli-Naldi dieci anni orsono.
In tempi di contrazione delle risorse e di crisi globale nessuno deve augurarsi spese folli che potrebbero distruggere il futuro stesso del sodalizio. Pagare tasse e fornitori è un dovere, ricavare utili da una proprietà privata è un diritto ma lo sport è anche e soprattutto ricerca della vittoria sempre e comunque.
Il proclama di De Laurentiis è realmente sportivo? Lo sport è competizione, ricerca della vittoria, impegno a conquistare ogni partita. Sminuire questa essenza genetica rispetto alla contabilità non svilisce la competizione stessa ? Il Napoli dichiara che il primo posto in campionato è affar d’altri, si chiama fuori dalla corsa ancora prima di cominciare e sentire il colpo di pistola dello starter.
Pur essendo un estimatore delle capacità imprenditoriali di Aurelio De Laurentiische in pochi anni è riuscito ad inserire saldamente il Napoli nel novero dei club italiani più importanti credo che egli debba necessariamente rettificare il suo pensiero. I tifosi e gli sportivi hanno diritto ad assistere ad una competizione vera, nella quale tutti i protagonisti danno il meglio per ottenere la vittoria e non si contentano di un semplice piazzamento pur avendo i bilanci in ordine. Non vorrei che il saggio proponimento di tenere in ordine i bilanci diventasse una scusa per tutti (allenatore, calciatori, dirigenti) per perpetuare una situazione di aurea mediocritas che finirebbe per tradire lo sport.