C’è anche suor Cristina Scuccia, vera e propria rivelazione di The Voice of Italy 2, tra i tanti volti noti che hanno aderito alla campagna #somostodosmacacos (#weareallmonkeys o in Italia #siamotuttiscimmie): anche la suora canterina ha posato per un selfie con una banana in mano come hanno fatto, tra gli altri, il ct della Nazionale Italiana di calcio Cesare Prandelli, il premier Matteo Renzi e tantissimi personaggi del mondo dello sport, dello spettacolo o semplici persone comuni.
Come lei anche le coach di The Voice of Italy 2 hanno postato in queste ore foto con una banana sui socia: Raffaella Carrà che ha scherzato usandola come una cornetta telefonica con l’hashtag #prontoraffaella (titolo di un suo storico programma tv) e Noemi le ha risposto con un’altra foto via Twitter.
Il gesto simbolico in sostegno al calciatore del Barcellona Dani Alves, che ha raccolto e mangiato una banana lanciatagli dagli spalti durante una partita domenica scorsa, ha fatto il giro del mondo in pochi giorni diventando un fenomeno virale (apparentemente) spontaneo. Peccato che nelle ultime ore si siano diffuse indiscrezioni secondo cui si tratterebbe di una trovata di marketing ben architettata.
Secondo un giornale spagnolo, lo stesso Alves avrebbe contattato un’agenzia di comunicazione per escoglitare un modo eclatante di mettere a tacere gli insulti razzisti allo stadio. I pubblicitari hanno dichiarato al giornale di aver “studiato un’azione che valesse più di mille parole“. Così, il gesto di raccogliere e mangiare una banana lanciata (in modo concordato) dagli spalti durante la partita contro il Vilareal sarebbe nient’altro che la messa in scena di una campagna studiata a tavolino, tanto che già due ore dopo erano in vendita un po’ dappertutto le magliette con la scritta #somostodosmacacos.
Intanto la selfiemania con la banana ha già spopolato nel mondo: se di trovata pubblicitaria si è trattato, lo scopo è stato ampiamente raggiunto.