61 anni fa Charlie Watts entrò nei Rolling Stones dopo una carriera da pubblicitario

Il 9 gennaio 1963 Charlie Watts entrò ufficialmente nei Rolling Stones. Ecco come andarono le cose

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Ph: DonClemente12F67/Wikimedia


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Il 9 gennaio 1963 Charlie Watts entrò nei Rolling Stones e pose fine alla ricerca di un batterista da parte della band. La storia è una di quelle in cui tutto avviene quasi per caso, in cui i tasselli sembrano mine vaganti prima di combaciare perfettamente. Fino ai primi anni ’60, infatti, il giovane Watts lavorava come grafico pubblicitario e militava in un gruppo blues. Poi arrivarono Mick Jagger e gli altri.

In che modo Charlie Watts entrò nei Rolling Stones

Dopo alcuni anni trascorsi nel quartiere londinese di Kingsbury, Charlie Watts si trasferì a Wembley e lì conobbe Dave Green che lo iniziò la mondo del blues. Così Charlie Watts scoprì John Coltrane e Chico Hamilton, scoprendo la passione per la batteria tamburellando su un vecchio banjo. In un mondo di picchiatori jazz, tuttavia, Watts già si distingueva per quella ricerca del groove raffinato, attingendo ora dallo swing e ora dal suo amato blues.

Fu proprio grazie a questo talento che entrò nel mondo del Blues Incorporated, il progetto di Alexis Korner. In una delle tante occasioni, nel 1962 conobbe Mick Jagger. Nel frattempo i Rolling Stones erano ancora in uno stato embrionale, con tre nomi che si susseguirono dietro le pelli: Mick Avory, Tony Chapman e Carlo Little.

Il 9 gennaio 1963 la scelta ricadde proprio su Charlie Watts in via ufficiale. Per Keith Richards un giorno sarebbe stato “il miglior batterista con cui abbia mai suonato”, e la sua storia con gli Stones durò fino alla fine dei suoi giorni.

Il batterista gentile

A parte una – vociferata, almeno – brevissima parentesi con l’eroina, di Charlie Watts rimane il ricordo di un uomo gentile al servizio di un gruppo di folli. Apparentemente, almeno: in realtà il sound degli Stones ha sempre dovuto quasi tutto al batterista.

Il suo stile pulito, dritto e il suo savoir faire creava il perfetto equilibrio tra il resto della band e lui, che in ogni sua parola inghiottita, in ogni silenzio e in ogni “no” agli eccessi e ai bagordi ha saputo dare agli altri una lezione di vita.

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