Maurizio Solieri e l’omaggio alle rockstar in Paradiso con “Rock’n’Roll Heaven”

L’ho invitato in studio per la diretta di We Have a Dream, che riporto integrale in questo video


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Maurizio Solieri   We Have a Dream 21 2 23

Mi rifiuto di scrivere un articolo su Maurizio Solieri, che conosco dagli anni ’70. Anche perché lui stesso ha raccontato parte della sua carriera di chitarrista e adesso anche cantante nella bio che allego.

L’ho invitato in studio per la diretta di We Have a Dream, che riporto integrale in questo video. Oltre a divertirci, abbiamo ricordato l’amico comune Alberto Radius. Gli ho mostrato due video registrati la Notte delle Chitarre. In uno abbiamo festeggiato il 67° compleanno di Alberto e nell’altro tutti i chitarristi (Maurizio Solieri, Max Cottafavi, Ricky Portera, Cesareo e Alberto Radius) hanno eseguito “Little Wing di Jimi Hendrix. E, a proposito di Jimi, lui è una delle Rockstar che Solieri ha omaggiato nel testo di “Rock’n’Roll Heaven”, di cui abbiamo visto il video, diretto da Christian Tipaldi, dove di esibisce con suo figlio Eric Solieri alla batteria e Michele Luppi dei Whitesnake.

Il brano è contenuto nel nuovo album “Dentro e fuori dal Rock’n’Roll”, pubblicato dalla Irma Records in cui uno dei due soci è Massimo Benini, nostro amico dai tempi delle radio, che mi portò anche al mio debutto televisivo a Telezola. Durante la diretta abbiamo telefonato a Massimo.

Goditi questo video e la musica che contiene. E leggiti quello che Maurizio Solieri ha brevemente scritto di se stesso:

Nasco il 28 Aprile del 1953 a Concordia sulla Secchia in provincia di Modena. All’eta’ di 10 anni, folgorato dall’ascolto del primo disco dei Beatles, comincio a suonare da autodidatta una chitarra acustica da poche lire, cercando di imitare i primi fraseggi dei gruppi beat come Equipe 84 e Nomadi. Nel frattempo frequento un po’ di malavoglia la scuola, scopro il rock-blues degli Yardbirds, dei Cream di Eric Clapton, Jimi Hendrix (che vedrò a 15 anni dal vivo), Jeff Beck, John Mayall e seguo con passione l’evolversi della musica rock che via via si tinge di psichedelia, di sonorità più hard, di progressive, di folk, di jazz. Formo i primi gruppi a livello locale, mi iscrivo senza convinzione all’Università, parto per il servizio militare e nell’inverno del 1977, tramite l’amico e sodale Sergio Silvestri, conosco Vasco Rossi, DJ e trainer della mitica Punto Radio, una delle prime radio libere. Vasco era già conosciutissimo come DJ e speaker radiofonico perché il segnale di Punto Radio arrivava ad un’utenza di 500.000 persone, complice l’etere sgombro da troppe frequenze. Nell’estate di quell’anno anch’io, terminati i miei obblighi di leva, arrivai a Zocca e iniziai il mio contributo come speaker col programma “Jazz time”. L’anno dopo tutto lo staff della radio si trasferì a Bologna e, negli studi della primissima Fonoprint, iniziammo la collaborazione musicale con Vasco e Gaetano Curreri, futuro leader degli Stadio. Da lì i primi successi, dalle mega discoteche dell’Emilia Romagna ai festival estivi. I dischi si succedevano uno dietro l’altro, l’audience aumentava, si formava poco a poco uno zoccolo duro di fans fino al successo nazionale con “Vita spericolata”. Lunghissimi tour. A metà degli anni 80 già potevamo disporre di palchi e service audio- video a livello dei più grandi gruppi rock internazionali, tour bus, folle osannanti. Con Vasco c’era una fittissima collaborazione a livello di scrittura. Per lui scrissi le musiche di “Canzone”, “Dormi, dormi”, “C’e’ chi dice no”, “Lo show”, “Ridere di te” etc. Nel frattempo, nei momenti liberi dai tour e dalla sala di registrazione, formammo la Steve Rogers Band, che da backing band di Vasco iniziò ad avere vita propria e a raggiungere nel 1988 un grande successo con “Alzati la gonna”, che decretò anche lo split con Vasco, decidendo di continuare per la nostra strada. Dopo qualche anno ritornai alla corte di Vasco Rossi, con grandi tour internazionali, grandi concerti e belle canzoni scritte insieme. Un altro distacco alla fine degli anni ’90 e, tramite un amico, vengo in contatto con Fernando Proce, voce storica di RTL 102.5. Visto che io avevo nel cassetto una bellissima ballata rock dal titolo  “Radio show”, decidemmo di formare  un duo, stravagante sulla carta, ma musicalmente ben amalgamato.Toni Verona di Ala Bianca e Lorenzo Suraci presidente di Rtl 102.5 credettero nel progetto e ne venne un bellissimo disco, prodotto artisticamente da me, dove le sonorità del pop-rock si mischiavano ai funky e al rap. La pre-produzione del disco avvenne in Puglia nella villa di Proce, con chitarra acustica e piccolo registratore a cassette sul bordo della piscina. Nello stesso periodo, sempre con Ala Bianca, fondai un nuovo progetto, una band rock chiamata Class, con alcuni membri della Steve Rogers e un cantante Anglo- Bolognese chiamato Vic Johson, con cui da anni rifacevamo live i più grandi classici del Rock. Dopo tanto rock elettrico, un delizioso progetto acustico  chiamato “Chitarre d’Italia” con Franco Mussida della PFM e Dodi Battaglia dei Pooh. Poi nel 1999 il ritorno con Vasco Rossi, con cui sono rimasto fino al 2013, calcando palchi sempre più enormi, con musicisti sempre più incredibili. Nel mezzo altre collaborazioni soprattutto femminili, da Skin in un concerto di Natale a Montecarlo, a Dolcenera al Festival di Sanremo del 2006 fino a Bianca Atzei. Non dimentichiamo, sempre con Ala Bianca, il cd “Volume one”, parte strumentale e parte cantato, con Michele Luppi, con cui ci conoscevamo dai tempi dei Class, avendone fatto parte in molti concerti, eccezionale vocalist insieme al sottoscritto nel brano”Please believe me”.

Veniamo all’ultimo nato, “Dentro e fuori dal rock’n’roll”. L’album e’ stato concepito, senza fretta, nell’arco degli ultimi tre anni, con alcuni brani che avevo nel cassetto come ”Io dico no” e “Song for a friend” assieme ad intuizioni avute in studio. Sono 12 pezzi che risentono molto degli stili musicali con cui mi sono formato, 5 brani cantati , sia in Inglese come “Dogsbody” e “You will be my lady” coi testi scritti  e cantati da Michele Luppi, assurto ormai allo stardom Rock internazionale essendo il backing vocalist e tastierista dei Whitesnake di David Coverdale, sia in Italiano come “Dentro e fuori dal rock’n’roll”, musica mia e testo efficace scritto da un altro amico e collaboratore di tanti anni, Ettore Diliberto, con cui abbiamo girato l’Italia in lungo e in largo con le Custodie Cautelari e quella grande guitar-band dal nome “Notte delle chitarre” con cui abbiamo fatto 3 cd. Altro brano di grande impatto è “Io dico no”, hard rock con venature mediorientali, con ll testo scritto da Lorenzo Campani che ne canta magistralmente anche la parte vocale, con grande pathos ed emozione, che gli viene anche dai lunghi anni passati sui palchi di tutt’Italia nel musical “Notre dame de Paris” scritto da Riccardo Cocciante. E  visto che mi piace lavorare con gli amici, non poteva mancare “Dimmi”, una pop song con testo scritto da Fernando Proce ,con cui rinverdiamo i tempi di Proce & Solieri. Tanta musica con un taglio Internazionale ma dal cuore fortemente Italiano.

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