Una data, lunedì 16 gennaio 2023, che è già storia: è stato arrestato Matteo Messina Denaro, boss di Cosa Nostra ai vertici della mafia post-stragista e super latitante da 30 anni. Messina Denaro è stato arrestato all’ingresso della clinica privata La Maddalena di Palermo, la stessa presso la quale nel 2022 aveva subito un intervento e dove si recava per ricevere terapie in day hospital.
Arrestato Matteo Messina Denaro
Il boss si presentava sotto il falso nome di Andrea Bonafede. L’arresto è stato possibile grazie all’inchiesta del procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e del procuratore aggiunto Paolo Guido. I militari hanno circondato la clinica e un carabiniere ha guardato in faccia il super latitante per poi chiedergli le sue generalità. “Mi chiamo Matteo Messina Denaro”, ha risposto il boss.
“Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia”, ha commentato il premier Giorgia Meloni. Il giorno dell’arresto di Matteo Messina Denaro ricorre nelle stesse ore in cui 30 anni fa fu arrestato il capo dei capi Totò Riina, fermato sempre a Palermo il 15 gennaio 1993 nel corso dell’operazione Belva.
Il commento di Piero Pelù
Con l’arresto di Matteo Messina Denaro ricorre anche un altro importante anniversario: l’8 gennaio 1993 usciva Terremoto dei Litfiba, il secondo disco della tetralogia degli elementi in cui la band fiorentina ha toccato temi importanti come la mafia, la corruzione e gli abusi di potere.
Piero Pelù commenta con queste parole:
“Dentro i colpevoli e fuori i nomi, ora vogliamo chiarezza sulle connivenze tra apparati dello Stato deviati e le mafie. O’ Terremoto!”.
“Dentro i colpevoli e fuori i nomi” fa parte del testo di Dimmi Il Nome, prima traccia di Terremoto. Pelù, poi, motiva la citazione:
“A 30 anni esatti dall’uscita di Terremoto e dopo 30 anni di latitanza è stato arrestato il boss dei boss Matteo Messina Denaro. Si nascondeva a Palermo in una clinica”.
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