Mondiali Qatar. Le critiche ipocrite di chi incassa i soldi del Sistema Calcio e contesta la violazione dei diritti o la regolarità dei tornei

Gli ipocriti indignati contro il Qatar dimenticano che gli ultimi Mondiali si sono giocati in Brasile e Russia non certo campioni di diritti civili e sociali

Polemiche sul Qatar

Qatar, polemiche mondiali


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L’Italia non ci sarà ma ormai in Qatar è tutto pronto per l’edizione 2022 dei Mondiali di calcio. E’ un’edizione anomala quella del Qatar: si svolge in autunno e non in estate, provoca l’interruzione di due mesi dei campionati europei e sudamericani, prevede temperature molto calde.

Le più forti squadre, i migliori calciatori del mondo si preparano a contendersi l’ambito trofeo dovendo fare i conti anche con una serie di polemiche e tensioni che avvolgono l’evento nella capitale Doha ed in tutto il Qatar. E gli stessi sportivi consultano il calendario delle partite non senza dubbi e perplessità (leggi di più)

Su ciascuno di questi aspetti si levano polemiche da parte di numerosi addetti ai lavori ed appassionati. L’allenatore della Lazio Maurizio Sarri e l’artista Fiorello hanno usato parole durissime contro l’assegnazione della rassegna iridata al Qatar. La polemica si sposta anche sul terrendo dei diritti civili e sociali. Qualche indignato ricorda le morti sul lavoro per la costruzione degli otto impianti ultramoderni destinati ad ospitare le gare. Tante organizzazioni puntano l’indice contro le discriminazioni che il Qatar pratica ai danni di donne ed omosessuali.

Ciascuno ha il diritto di pensarla come crede sui Mondiali del Qatar. Legittimo criticare il paese ospitante ma bisognerebbe anche che alle parole seguissero azioni conseguenti. Io credo che calciatori, allenatori, dirigenti e procuratori sportivi possano criticare il Qatar ma allo stesso tempo dovrebbero rinunciare ai lauti compensi che intascano da quel medesimo sistema calcio che criticano. Non puoi lamentarti che si giochino troppe partite ed allo stesso tempo pretendere compensi sempre più alti. Non puoi contestare il Qatar per i diritti civili ed incassare laute sponsorizzazioni. Rinuncia al maxi ingaggio, chiudi i rapporti con gli sponsor e poi contesta. Se ci credi davvero altrimenti la bandiera arcobaleno diventa una semplice “pezza a colori”.

Credo che l’ipocrisia sia persino peggiore della violazione dei diritti umani e civili. Se s’intasca si abbia il pudore almeno di tacere. Senza dimenticare che le ultime due edizioni dei campionati del mondo si sono svolte in Brasile e Russia che non sono certo un esempio adamantino di rispetto dei diritti sociali e civili.

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