“Be Bop” dei Krisma, l’incredibile storia del video censurato per Vincenzo Muccioli e…

Oggi, a distanza di quasi 40 anni, dopo che Cristina raggiunto da poco Maurizio nell’altra dimensione, dove da tempo c’è anche Vincenzo Muccioli, ho deciso di raccontare questa storia e di mostrare “Be Bop”


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Inverno 1985, ho realizzato il video di “Be Bop” dei Krisma che, per la sua intensità e per le immagini del processo e della condanna a Vincenzo Muccioli e San Patrignano, è stato censurato dalla casa discografica e mai pubblicato.

Sono un grande amico dei Krisma, oltre ad essere stato non grande fan di Maurizio fin dai tempi di “Cinque minuti e poi”. Li conosco di persona nel 1980, quando vengono a Bologna per partecipare a “Vota la Voce”, grazie al boom del loro “Many Kisses”, un milione di copie vendute. Facciamo tardi la notte a parlare e ad entusiasmarci a vicenda.

Quando arrivo in televisione nel 1983 con “Bandiera Gialla”, li chiamo come ospiti e do loro anche la sigla finale della seconda edizione con “Signorina”. Anche Vasco Rossi impazzisce per i Krisma e decidiamo di far registrare a Maurizio di nuovo “Cinque minuti e poi” con il retro originale “Un’ora basterà” e di pubblicarlo in vinile rosso per l’etichetta Bollicine di Vasco. Allego il 45 giri al periodico “Be Bop a Lula”, che ho creato con Bonvi e dove Vasco scrive, tanto che dopo due anni gli consegneremo la tessera da giornalista.

Periodicamente vado a trovare i Krisma nella loro casetta di legno a Gignese, sperduta nel verde delle colline sopra il lago Maggiore. In una di queste occasioni, nel gennaio 1985, dopo aver parlato intensamente come al solito, mi portano a mangiare in un ristorantino sperduto nei monti. Andiamo con due macchine, perché poi io mi fermo alla pensione dove avrei dormito.

Maurizio è un vulcano di idee, un entusiasta per natura. Cristina si sovrappone ai suoi discorsi e mi sembra di ascoltare in stereo parole e parole che si uniscono. Debbo prestare molta attenzione per captare la velocità e genialità di questa coppia.

Io fra poco inizierò una nuova edizione di “Be Bop a Lula”, il mio programma su Italia 1. La sigla iniziale è il brano omonimo nell’interpretazione originale di Gene Vincent. Mi viene l’idea di proporre a Maurizio di fare una nuova versione di questa canzone da utilizzare come sigla iniziale. Lui ne è entusiasta.

Dopo aver cenato, ripartiamo per scendere, io per andare nella pensione a dormire e loro per andare a casa. Stiamo percorrendo la stretta e buia strada di montagna piena di tornanti, quando improvvisamente Maurizio inchioda la macchina davanti a me. Io rischio di tamponarlo. Scende e corre verso di me. Abbasso il finestrino e lui, con un volto raggiante come un bambino, mi dice:

“Ho l’idea!”

E inizia a cantarmi “Be Bop” in maniera sincopata. Non ha nulla a che vedere con la versione originale di Gene Vincent. Io, ormai ubriacato da tutto l’entusiasmo di questa giornata, gli rispondo:

“Perfetto, bellissimo”

Lui, felicissimo, rientra in macchina e ripartiamo.

I Krisma registrano il brano che, con Vasco, affidiamo per la distribuzione alla Carosello, l’allora etichetta di Rossi. La Carosello mi commissiona un video.

Nel frattempo sto seguendo il processo a Vincenzo Muccioli e San Patrignano. Il 16 febbraio 1985 c’è la sentenza di condanna a un anno e 8 mesi per Muccioli e io documento con la telecamera tutto, compreso l’ira dei genitori che hanno avuto figli salvati da Vincenzo. Mi viene l’idea di inserire queste immagini nel video che debbo fare.

Salgo di nuovo a Gignese portando con me la telecamera Betacam, un tot di videocassette e batterie. So che passerò l’intera giornata a registrare. Ho anche il Nagra, un registratore ultra professionale, con il nastro di “Be Bop” per fare il playback.

Con i Krisma ci divertiamo un sacco.

Quando rientro a Bologna, mi chiudo in studio con il mio fido compare Gianni Gitti, un vero genio delle immagini e della tecnologia. Montiamo il video unendo il mio girato con i Krisma alle immagini del processo a San Patrignano. Il brano ha un ritmo forte, così diamo velocità alle immagini. Il video è spettacolare. Lo guardiamo e riguardiamo soddisfatti.

Poi vado a dormire. Il giorno dopo, quando torno in studio, Gianni ha la faccia del bambino che ha fatto una marachella. Dice che è intervenuto sul video che avevamo detto essere finito. Nel suo immenso archivio di immagini, ha trovato un vecchio filmato realizzato dal movimento futurista dell’inizio ‘900. Così mi mostra il risultato. Le immagini sono mescolate a chiodi, disegni strani. Lo trovo stupendo, anche perché, come al solito, non capisco come abbia fatto. Ancora non ci sono gli effetti digitali e tutto avviene su nastri magnetici. Il videoclip ha acquistato ancora può potenza. Non ne avevo mai visto uno così forte prima. Lo ascoltiamo ad alto volume ed è incredibile.

Lo mando alla Carosello e… feedback negativo. Sono sconvolti. Hanno paura. Trovano la scusa che nel video ci sono persone che potrebbero fare casino. Io gli dico che sono disposto a firmare la liberatoria dove mi assumo tutte le responsabilità, ma non accettano. Sono scioccati dalla forza di questo filmato. In quel periodo tutti i videoclip sono pieni di colori, belli. Spopolano i Duran Duran con “Rio” o “Save a prayer”. Questo “Be Bop” lo trovano inquietante e non lo accettano. Chiaramente non pagano neppure la cifra concordata.

Sono molto deluso, però nel frattempo sto preparando un reportage sul processo di Rimini a Vincenzo Muccioli e San Patrignano, così decido di metterlo come sigla finale.

Questa sarà l’unica volta che il video di “Be Bop” sarò mostrato alla televisione.

Oggi, a distanza di quasi 40 anni, dopo che Cristina raggiunto da poco Maurizio nell’altra dimensione, dove da tempo c’è anche Vincenzo Muccioli, ho deciso di raccontare questa storia e di mostrare “Be Bop”.

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