I primi 25 anni di Be Here Now degli Oasis, ormai più famosi di Dio ma sempre meno dei Beatles | Memories

Scritto tra un KFC e un pub, Noel-centrico e certamente nel pieno vigore dei Gallagher: Be Here Now è uno dei capitoli più importanti degli Oasis, ma anche il meno fortunato

be here now degli oasis

Ph: Gabri Quita/Wikimedia


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Nell’accezione più classica, Be Here Now degli Oasis è la storia di un successo che sfugge di mano. Nel 1997 Noel e Liam Gallagher sono ancora due sbarbi, almeno in termini di presa di coscienza. 30 anni il primo, 25 e tante scazzottate il secondo, con quella grossa responsabilità di aver reso internazionale il brit pop in una decade che soffre ancora tantissimo quei grandi assenti che sono i Beatles.

Dopo Definitely Maybe (1994) e (What’s The Story) Morning Glory? (1995), gli Oasis sono sulle bocche e sulle cuffie di tutti. A motivarli è un assegno in bianco sul quale scrivere la cifra che dovranno spendere per il nuovo disco. Così Noel e Liam si ritrovano nella tenuta di Mick Jagger sull’isola di Mustique insieme a Johnny Depp e Kate Moss, e lì il grande dei Gallagher inizia a scrivere il disco insieme al produttore Owen Morris.

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Keith Cameron, nel libro Last Orders, scrive che secondo Noel gli Oasis si sono fatti “più grandi, oso dire, di Dio”, citazione colta dal momento che John Lennon disse più o meno la stessa cosa 31 anni prima di Be Here Now, ai microfoni di Maureen Cleave del London Evening Standard: “I Beatles sono più popolari di Gesù Cristo, adesso”.

Noel e Liam hanno il mondo tra le mani, con un potere che nel loro caso logora chi ne dispone: il disco non è all’altezza. Se negli album precedenti ogni traccia era una cartuccia esplosiva, in Be Here Now c’è tutta l’ostentazione di una psichedelia che gli Oasis non controllano, e lo dimostra quella bolla diluita che è All Around The World e tutto il mood Noel-centrico, quasi patologico, seppur ammorbidito dalla bellissima Stand By Me.

La stagione d’oro del brit-pop, con questo disco, viene quasi gambizzata. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, con Be Here Now degli Oasis impariamo che i tizi di Manchester sanno creare e distruggere, ma anche che nella loro squadra c’è un Bonehead ancora in grado di sfornare cose memorabili di cui, delusi o meno, ancora oggi parliamo. Ce ne fossero, flop del genere.

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