Chi è Antonio Capuano, il regista napoletano premiato con il David di Donatello

Per cinefili, attori e registi italiani è da decenni un riferimento fondamentale. Per i napoletani rappresenta uno dei più grandi talenti della propria terra in ambito cinematografico, ma il grande pubblico lo riscopre grazie a Paolo Sorrentino


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Antonio Capuano è un regista italiano, docente di scenografia e sceneggiatore, che ha saputo raccontare Napoli e chi la abita nell’arco di più di trent’anni andando oltre i facili stereotipi. Ha messo al centro del suo lavoro soprattutto l’infanzia, l’adolescenza, il disagio degli outsiders e le ingiustizie, sempre personali, intime e per questo credibili.

PORRE LE GIUSTE DOMANDE

Sono anni che chi scrive, porta con sé una sua osservazione. 2005, un giornalista chiede cosa avesse voluto dire attraverso il suo ultimo film. Senza pensarci due volte, Capuano risponde che non voleva dire niente, voleva solo porre domande. “Il ruolo dell’artista è quello di porre domande”.

Siamo in effetti troppo abituati ad autori con la verità in tasca, che si interrogano poco, spesso semplificano e sintetizzano tutto in qualche cliché. Abbiamo invece un disperato bisogno di porre le domande giuste e Capuano negli ultimi trent’anni ci ha insegnato a dubitare, sempre e comunque e ci ha spinti a interrogare e interrogarci.

FILMOGRAGIA E PREMI

Nato a Napoli nel 1940, lavora come scenografo prima di diventare regista teatrale e televisivo e insegnare scenografia presso L’Accademia di Belle Arti.

Già con il lungometraggio Vito e gli altri (1991), un film sul rapporto sull’infanzia vera e rubata attraverso gli occhi adultizzati del piccolo Vito, vince il Nastro d’Argento come miglior regista esordiente.

Pianese Nunzio 14 anni a Maggio, è forse uno dei principali capolavori. Siamo nel 1996 e di pedofilia e chiesa non si può parlare. O meglio, gli altri non ne possono parlare, lui lo fa, attraverso un ritratto non banale di un prete fermamente anticamorra e di un ragazzo che cresce in quartiere popolare, in una famiglia disgregata e disgraziata. C’è chi pensa che una delle scene nell’ultimo film di Sorrentino, E’ Stata La Mano Di Dio (l’impiccato in galleria), sia una citazione di una immagine utilizzata da Capuano proprio nel film Pianese Nunzio.

Arriva poi il film collettivo I Vesuviani, episodio “Sofialòren” (1997), il divertente lungometraggio a episodi Polvere di Napoli (1998), Luna rossa (2001) che racconta la storia di un pentito davanti al giudice mentre racconta la storia della famiglia Cammarano. Con Luna Rossa Capuano riceve Nomination a Miglior film ai Nastri d’argento(2002) e la Nomination per il Leone d’oro a Venezia.

Segue nella sua filmografia La Guerra Di Mario (2005), che riceve la Nomination nella categoria Miglior regia e il Premio della critica ai David di Donatello. Il film, altra pietra preziosa della sua filmografia, si avvale dell’interpretazione di Valeria Golino, non nel ruolo di femme fatale, ma di madre borghese affidataria di Mario, nove anni, in lotta con le condizioni impostegli.

Poi L’amore Buio (2010), nomination Miglior sceneggiatura ai Nastri d’Argento, dove un giovane che ha commesso stupro di gruppo si costituisce e comincia a scrivere da dietro le sbarre alla sua vittima. I due finiranno per instaurare un rapporto epistolare che cambierà entrambi i personaggi, provenienti da mondi differenti e diretti verso approdi e pianeti sino a quel momento sconosciuti.

Con Bagnoli Jungle (2015) torna a raccontare, attraverso tre distinti capitoli, delle contraddizioni della società italiana. Poi arriva Achille Tarallo (2018) con un inedito Biagio Izzo che troviamo completamente a suo agio nel lungometraggio insieme ad Ascanio Celestini e Tony Tammaro.

Il 2020 è l’anno di Il Buco In Testa. Il film riapre una ferita mai sanata con il terrorismo rosso italiano. Una giovane, nata orfana, cerca il terrorista che ha ammazzato il padre durante una manifestazione. La protagonista del film è Teresa Saponangelo che con la sua interpretazione si aggiudica il premio Migliore attrice protagonista ai Nastri d’Argento 2021.

Teresa Saponangelo sul red carpet dei David di Donatello 2022 – foto di Optimagazine

TERESA SAPONANGELO  “QUESTO DAVID LO DEVO ANCHE A CAPUANO”

Teresa Saponangelo, da tempo pupilla di Antonio Capuano e scelta dal regista anche per precedenti opere, ottiene una svolta in positivo nella sua carriera anche grazie all’ultimo lungometraggio del regista napoletano.

Grazie al film Il Buco In Testa di Capuano  – dice l’attrice in una intervista esclusiva a OM sul red carpet dei Davidho avuto l’opportunità di ricevere il meraviglioso premio ai Nastri d’argento lo scorso anno e da lì sono partite tante cose. Questa sera è qui con noi Antonio Capuano. Come suo solito, sarebbe stato capace di non accettare il premio e invece è importante accettare questo riconoscimento per il suo lavoro e la sua carriera. Poi certo penso sempre che i premi sono relativi. Antonio mi ha dato tanto, se dovessi vincere questa sera lo devo anche a lui, che ha creduto sempre in me e mi ha dato spazio”.

L’attrice un’ora dopo l’intervista si aggiudica meritoriamente il premio David di Donatello alla 67’ edizione nella categoria Miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione nel film di Paolo Sorrentino, E’ Stata La Mano Di Dio.

IL DAVID E LA SVOLTA DI NOTORIETA’ MONDIALE GRAZIE A SORRENTINO

Capuano riceve il David speciale 2022 a cinecittà. A Premiarlo è chi lo considera il suo maestro nell’arte cinematografica: Paolo Sorrentino.

Sorrentino descrive il cinema di Capuano come il ritratto della vitalità e della libertà . “Mi ha assunto da subito e praticamente senza nessun motivo valido” chiosa il vincitore del premio nella categoria Miglior regia con il film E’ Stata La Mano Di Dio, riferendosi al tempo in cui Sorrentino era apprendista di Capuano.

Arriva quindi la Standing ovation in sala. Tutti in piedi per Capuano che riceve il più lungo applauso della serata.

Non capisco perché applaudiate – dice Capuano –  perché io non me lo merito. Ringrazio Piera e tutti i componenti dell’Accademia e lo dedico alla mia ragazza che non c’è più, Willy”.

Se tra i cinefili, gli addetti ai lavori, registi, produttori, attori e studenti dell’accademia, Antonio Capuano è sempre stato un punto di riferimento, la notorietà internazionale per il grande pubblico arriva attraverso l’ultimo film, in parte biografico, di Paolo Sorrentino.

In E’ Stata La Mano Di Dio, nomination agli Oscar e vincitore ai David di ben tre statuette tra cui Miglior regia e Miglior film, il personaggio di Antonio Capuano, interpretato da Ciro Capano, rappresenta la chiave di volta del film e delle scelte del giovane protagonista. Il dialogo tra i due è particolarmente riuscito e significativo, tanto da esser reputato la parte più saliente del film di Sorrentino. Così persino il pubblico internazionale meno attento al mondo del cinema, ha cominciato ad indagare e riprendere la filmografia di Capuano, riscoprendolo e portando nuova notorietà al regista.

Antonio Capuano intanto, volutamente lontano dalle luci della ribalta e allergico alle facili adulazioni, è già passato oltre e continua ad interrogarsi e interrogarci.