Elezioni francesi, vittoria di Macron: l’Europa tiene

La riconferma del presidente uscente scaccia per un attimo il vento delle destre estreme nel cuore del continente ma adesso o si cambia marcia o il sogno europeo è davvero a rischio

vittoria di macron

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La vittoria di Macron nelle elezioni presidenziali francesi può significare solo una cosa: l’Europa ha tenuto. Considerarlo solo in questo verso però sarebbe miope e non farebbe altro che nascondere la polvere sotto il tappeto. La riconferma del presidente francese uscente nasconde una serie di insidie e denuncia una frattura sociale nel Paese molto simile a quella che ha portato alla Brexit nel Regno Unito. Macron ha ottenuto il 58% dei consensi ma non è questo il dato più importante da tenere in considerazione.

Vista così potrebbe sembrare una vittoria netta ma in realtà non lo è stata. Il dato da tenere maggiormente in considerazione è il 42% ottenuto al ballottaggio da Marine Le Pen. Un dato su cui qualche anno fa nessuno avrebbe scommesso un solo euro. Invece la leader della destra nazionalista francese è riuscita a portare al ballottaggio il presidente uscente e a imporre il suo Front National come una delle forze politiche più importanti del Paese. Gli effetti di queste elezioni presidenziali si vedranno in realtà nelle prossime elezioni legislative.

La vittoria di Macron rischia di nascondere la polvere sotto il tappeto

In quell’occasione, sui territori, nelle periferie, le vittorie per la Le Pen saranno numerose e dimostreranno che il vento di destra che soffia in Europa non è per nulla casuale. Macron ha potuto godere dell’appoggio di Parigi e delle grandi città mentre le province e le periferie hanno scelto chiaramente la destra nazionalista. Questo si vedrà alle legislative confermando un trend cominciato allo stesso modo nel Regno Unito. Se fosse stato per Londra o per le grandi città del regno di sua maestà, la Brexit non si sarebbe mai verificata e invece è diventata realtà.

Così come se non fosse stato per le periferie dell’impero degli Stati Uniti, Donald Trump non sarebbe mai diventato presidente e invece successe. È un processo che ormai dura da anni e che dopo aver lambito l’Europa sembra stia arrivando nel cuore dei suoi paesi fondatori. Tutti i sondaggi danno Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni come primo partito in Italia a dimostrazione che le destre sono arrivate al loro massimo fulgore. Un percorso lungo di cui l’aggressività dimostrata dalla Russia negli ultimi mesi è solo il rovescio della medaglia. Non a caso Putin ha spesso finanziato i partiti di destra in tutta Europa.

L’obiettivo è la dissoluzione dell’Europa come blocco unico. Lo strumento utilizzato è la continua critica all’Unione europea e a tutte le sue contraddizioni e questa tecnica ha già ottenuto i suoi frutti nel Regno Unito, in Ungheria, in Austria e potrebbe sortirli anche in Italia. La vittoria di Macron in Francia mette per un attimo al riparo il sogno europeo, mai come in questo momento messo artatamente alle corde con la guerra per prima volta alle porte dei nostri confini. Lo scampato pericolo deve, però, far rimboccare le maniche ai paesi fondatori che non hanno molto tempo. La strada è quella tracciata durante la pandemia quando, per la prima volta con il Recovery fund, l’Europa ha dimostrato di fare corpo unico. In tanti la vogliono al tappeto ma il mondo libero non può permetterselo.