Conferenza stampa di Zelensky: “Devo incontrare Putin”

Le dichiarazioni del presidente ucraino potrebbero sembrare di apertura ma portano con sé delle condizioni che potrebbero essere facilmente infrante dai russi incrinando i negoziati

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L’improvvisa conferenza stampa di Zelensky, convocata a Kiev poche ore fa, ha detto alcune cose. Tutte molto chiare e che danno l’esatta misura di quello che il leader ucraino intende fare nelle prossime settimane. Il presidente ha riunito i giornalisti nella metropolitana a cento metri sotto terra per ragioni di sicurezza ma ha allestito una sala improvvisata con bandiere e stendardi ucraini ovunque. Come a dire “noi siamo vivi e vegeti e non ci arrenderemo”. Una prova di forza comunicativa da un lato che ha però seguito tutti i protocolli di sicurezza necessari quando hai un avversario così potente che occupa una parte del tuo Paese.

Zelensky ha dato come prima indicazione il fatto che ritiene di dover incontrare Vladimir Putin. Secondo il suo punto di vista è l’unico modo per porre fine al conflitto. “Non posso permettermi di avere paura” ha detto il leader ucraino sottolineando che i rischi di un incontro non sono nulla a fronte di una soluzione del conflitto. Quest’affermazione potrebbe sembrare un’apertura se non fosse per altre affermazioni importanti. Zelensky ha dichiarato, inoltre, che se i soldati ucraini asserragliati a Mariupol verranno uccisi, allora abbandonerà il tavolo delle trattative. Farà lo stesso anche se si andrà avanti con il referendum a Cherson, città ucraina sotto il controllo russo.

Queste due condizioni potrebbero essere facilmente infrante dai russi. Soprattutto a Mariupol, difficilmente russi e ceceni lasceranno in vita ciò che rimane del battaglione Azov. Il gruppo di nazionalisti neonazisti sono la ragione propagandistica per la quale Putin ha dichiarato l’inizio dell’“operazione militare speciale”. La “denazificazione” dell’Ucraina non potrebbe mai avvenire senza la sconfitta e l’annientamento del battaglione Azov. Quella che potrebbe sembrare una dichiarazione di apertura da parte di Zelensky porta con sé quindi degli elementi critici importanti.

La conferenza stampa di Zelensky potrebbe essere stata un’arma a doppio taglio

La conferenza stampa di Zelensky da una parte ha lanciato l’ipotesi di un incontro con Putin ma dall’altra ha posto delle condizioni che potrebbero essere facilmente infrante incrinando i negoziati. Di fatto ha provato a lasciare il cerino nelle mani del leader russo. Solo che Putin in questi due mesi di guerra non ha mai brillato per aver badato al politicamente corretto. Zelensky ha anche chiesto al segretario delle Nazioni unite, Antonio Guterres, di cambiare il suo programma. Prima di andare a Mosca da Putin, così come previsto, dovrebbe passare prima in Ucraina per “farsi un’idea completa di ciò che i russi hanno fatto”. Anche questo non accadrà ma Zelensky ha chiesto comunque che l’Onu si schieri al “100% con l’Ucraina”.

Come sempre il leader ucraino è andato diritto per la sua strada con la convinzione di chi è stato aggredito e ritiene di dover essere risarcito e tutelato. In vista di una trattativa, però, la diplomazia non può porsi in maniera sbilanciata da una parte e se davvero si vuole una tregua bisogna dimostrarsi equidistanti. Zelensky ha fatto il suo chiedendo ciò che vorrebbe. Putin non chiede nulla, agisce. Mentre partecipava alla veglia per la Pasqua ortodossa, in Ucraina le bombe sono continuate a cadere. Un messaggio chiaro: si comincerà a trattare quando lo deciderà lui e alle sue condizioni. Sempre se vorrà farlo.