Guerra in Ucraina, è l’ora della verità: tra dieci giorni, pace o colpo di scena

Sembra essere arrivato il primo punto di svolta del conflitto. O Putin decide di trattare oppure fa saltare il tavolo e aumenta la portata della minaccia

Perché Putin ha invaso l'Ucraina

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La guerra in Ucraina sembra essere arrivati a un momento di stallo. Uno stallo che potrebbe essere un’opportunità per la pace o un pericoloso carburante per un’azione a effetto da parte di Putin. Al momento la situazione sul campo vede l’esercito russo avanzare costantemente e molto lentamente verso gli obiettivi stabiliti all’inizio della campagna. Gli attacchi a sud dell’Ucraina faticano ad arrivare alla presa completa della costa. Il tentativo di prendere Odessa, e con essa arrivare al controllo di quello snodo fondamentale fino al confine moldavo, va a rilento.

Stesso discorso a nord dove l’esercito non è riuscito ancora a prendere Kiev. Lo sforzo, in pratica, di arrivare più a ovest possibile sia dal basso che dall’alto non ha ancora raggiunto il suo scopo. Quella famosa manovra a tenaglia di cui si parlava all’inizio dell’offensiva non si è mai concretizzata e al momento Putin non ha abbastanza per sedersi al tavolo e trattare da una posizione di forza. Non che lui volesse farlo all’inizio probabilmente, ma stando così le cose, non può più permettersi di escluderla come eventualità.

Gli “restano” i continui bombardamenti delle città assediate ma l’immagine che sta dando al mondo intero è quella di una potenza che si è impantanata in una guerra che riteneva lampo e che invece ha trovato una resistenza che non si aspettava. Questo ha comportato finora morti civili tra i cittadini ucraini, tutto fuorché nemici per il popolo russo, e centinaia di soldati del suo esercito che hanno già perso la vita. Per quanto abbia provato a isolare il suo popolo dalle notizie che arrivano dall’esterno, queste arrivano e prima o poi dovrà renderne conto all’opinione pubblica russa.

La guerra in Ucraina è a un bivio: o Putin tratta oppure aumenta la portata della minaccia e non è esclusa quella nucleare

In questa situazione Putin si trova di fronte a un bivio nella guerra in Ucraina. Dovrebbe avere una decina di giorni per decidere da che parte andare. Da un lato c’è la diplomazia e la strada per la trattativa. Questa strada presuppone un cessate il fuoco e una successiva pace. Potrebbe ottenere ciò che chiedeva all’inizio della campagna dimostrando di aver avuto la lucidità di portare l’Occidente a fare ciò che voleva. Una vittoria, però, difficile da vendere in termini di propaganda.

Per quanto sarà buono l’accordo che riuscirà a strappare al tavolo dei negoziati non potrà certo definirsi vincitore della guerra. L’Ucraina e la sua resistenza potranno intestarsi questo titolo, incrinando così l’immagine di una potenza mondiale non poi così tanto potente. Questa ipotesi potrebbe fargli scegliere l’altra strada del bivio. La più pericolosa. Putin per non perdere la faccia potrebbe decidere di far saltare il tavolo e fare un’azione clamorosa. Secondo l’intelligence americana, potrebbe addirittura brandire la minaccia atomica, visto che le armi convenzionali non gli hanno dato gli effetti sperati.

Ancora una volta, in ogni caso, il pallino sembra essere nelle sue mani proprio perché disposto a sacrificare qualsiasi cosa. Nell’attesa di capire se vorrà spingersi ancora oltre o meno, sarebbe il caso, per una volta, di anticipare le sue mosse, isolarlo ancora di più, e provare a costringerlo al negoziato. In questo, il rapporto con la Cina sarà fondamentale. Giocarci bene le nostre carte con il governo cinese sarà la chiave anche se, certo, piegarsi a un altro dittatore non è il massimo della vita e prima o poi faremo i conti anche con questo.