C’è “L’ombra di Totò” al Teatro San Ferdinando

Il Principe Antonio de Curtis, maschera infinita e geniale, è raccontato in una intervista immaginaria dal suo stuntman e controfigura Dino Valdi intrepretato da Yari Gugliucci in scena con Sara Ricci e Vera Dragone.


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Napoli, Rione Sanità, 17 aprile 1967. Si celebra il funerale di Antonio de Curtis, in arte Totò  –  morto due giorni prima a Roma, il secondo dopo quello nella capitale  – curato dall’amico Nino Taranto. A un certo punto una donna lancia un grido, indicando una persona dietro il feretro: Totò è vivo, non è morto, è resuscitato!

Da stasera è dunque di scena “L’ombra di Totò” al Teatro San Ferdinando, testo scritto dalla giornalista e scrittrice Emilia Costantini nell’adattamento e la regia di Stefano Reali, la produzione è di Nicola Canonico per Good Mood. Il Principe Antonio de Curtis, maschera infinita e geniale, è raccontato dal suo stuntman e controfigura Dino Valdi intrepretato dall’attore Yari Gugliucci in scena con le attrici Sara Ricci e Vera Dragone. Le scene sono di Carlo De Marino;i costumi di Laura De’ Navesques; le luci di David Darittoni.

Dopo il successo dell’anteprima, nel luglio scorso, alla Reggia di Capodimonte nell’ambito di Campania Teatro Festival e il recente debutto a Treviso, dove ha preso inizio la sua tournée, a Napoli è in replica fino a domenica 27 febbraio. 

Si tratta di un’intervista immaginaria che traccia uno spaccato biografico non autorizzato di Totò ed è raccontato in maniera assolutamente inedita da colui che ne ha rappresentato l’ombra. Il personaggio che viene fuori è praticamente sconosciuto ai più, ma per molti anni è stato a fianco del grande attore: lo ha seguito, sostenuto psicologicamente e spesso sostituito negli ultimi trenta film che, senza di lui, non avrebbe potuto realizzare. Da quando Totò divenne completamente cieco.

Dino Valdi (al secolo Osvaldo Natale) ne è stato infatti la controfigura, affezionata e devota. Fu l’ombra infatti del grande maestro, lo seguì, lo sostenne psicologicamente e addirittura lo sostituì negli ultimi trenta film.

Nel corso del funerale, il secondo dei tre che furono celebrati in onore del Principe della risata presso la Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore a Napoli il 17 aprile 1967, entra in scena il sosia con il quale tutti poterono per un attimo interagire e non sembrava esserci la possibilità di un’allucinazione. L’ombra del Maestro divenne una proiezione mentale della folla che seguiva il feretro.

Fu proprio in quell’occasione che Valdi viene avvicinato da una giornalista del quotidiano “Il Mattino” di Napoli che, incuriosita dalle urla e dagli svenimenti, gli chiede di rilasciargli un’intervista, proprio per raccontare, a modo suo, la vita dell’immortale attore. L’umile Dino diventa, almeno una volta nella sua vita, improvvisamente e inconsapevolmente protagonista assoluto di una storia che non è la sua. Attraverso i suoi ricordi, riemergono i fatti e i personaggi del percorso artistico e familiare, pubblico e privato, del celebre e mai dimenticato attore.