I Can’t Explain degli Who è forte anche della presenza di Jimmy Page. È il 1964, i Led Zeppelin non esistono ancora ma Page è già un turnista molto popolare. Ne sa qualcosa il produttore Shel Talmy, che secondo i rumor vuole compensare l’incapacità – temporanea – di Pete Townshend negli assoli. In studio arriva Jimmy e registra la sua traccia. Non è un mistero, né lo tratteranno come tale tutti i protagonisti negli anni successivi.
Jimmy Page lo rivela a Creem nel 1974, ma tiene a precisare che quel riff è tutta opera di Pete: “Ruggiva, amico”, dice fieramente per difendere l’opera del collega. Proprio per questo Townshend è costretto a spiegare una certa somiglianza tra I Can’t Explain degli Who e All Day And All Of The Night dei Kinks: “Avevo 18 anni e mezzo”, dice perentorio, ma in tutto il pezzo c’è già il suo genio sia nella musica che nel testo.
I Can’t Explain degli Who è sostanzialmente una canzone d’amore, ma nel testo Pete Townshend spiega alla sua ragazza che non riesce a dirle “ti amo” perché sotto l’effetto di Dexedrine, la destroanfetamina, un farmaco che agisce sul sistema nervoso centrale. Il risultato, in ogni caso, è talmente azzeccato che ancora oggi gli Who usano questo brano per aprire i concerti ed è una delle canzoni più oggetto di cover della storia del rock.
Perché sì, I Can’t Explain degli Who è pure rock’n’roll con un riff ipnotico, un beat – nella versione pestona di Keith Moon – che è perfetto per l’epoca e un coro che è un vero e proprio tormentone. Il brano è destinato a diventare uno dei più grandi esempi del garage rock, del mod e del power pop. Il singolo esce il 15 gennaio 1964 ed è il primo brano registrato dalla band come The Who, perché il precedente Zoot Suit è stato lanciato sotto il nome di High Numbers.