La lettera di Roby Facchinetti a Stefano D’Orazio a un anno dalla morte: “Chissà cosa vi direte lassù, tu e i poeti”

Roby Facchinetti ricorda Stefano D'Orazio in una lettera. Ecco il ricordo a un anno dalla tragica scomparsa

lettera di roby facchinetti a stefano d'orazio

Ph: Stefano 1991


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A un anno dalla tragica morte, questa mattina sul Corriere Della Sera è comparsa una lettera di Roby Facchinetti a Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh scomparso il 6 novembre 2020.

Le parole di Facchinetti fendono ogni cuore: sono dichiarazioni di affetto, di nostalgia, intrise di passione e dolore. Il tastierista dei Pooh confessa di non riuscire a rassegnarsi alla sua morte nemmeno dopo un anno, e approfitta dello spazio del Corriere per tentare un nuovo approccio, quello più colloquiale e intimo, addirittura con riferimenti ad alcuni segreti che solo due amici possono condividere.

Il dolore di un amico

“Non è un ricordo facile”, scrive Facchinetti per poi continuare: “Un anno dopo, ancora non mi sono abituato alla tua assenza, te l’ho già detto troppe volte”. D’Orazio, ricordiamo, è morto esattamente un anno fa a 72 anni mentre si trovava al Policlinico Gemelli di Roma per complicanze legate al Covid-19. Con la morte di Stefano D’Orazio la musica italiana ha perso uno dei suoi più autorevoli rappresentanti. Ecco le parole di Facchinetti:

Un anno dopo, ancora non mi sono abituato alla tua assenza, te l’ho già detto troppe volte. Oggi però vorrei pensare solo a te, dedicare questa ricorrenza a tutto il bello che ci siamo scambiati e che abbiamo vissuto insieme. Sono tanti i ricordi che affiorano, sai? […] Poco fa pensavo a quando mi aiutasti – tu solo – in un momento per me difficile, l’unica porta che allora trovai aperta fu la tua, e non so neppure se in quel momento ebbi la lucidità di ringraziarti. Lo faccio ora, so che hai capito di cosa sto parlando. Stefano manchi tanto, a me, ai tuoi amici per sempre, a chi ti ha conosciuto, ai fan che non perdono occasione per ricordarti, alla tua dolce Tiziana. È incredibile, quanto manchi a tutti. O forse no, non è incredibile. Tu eri Stefano D’Orazio, uno vero, un’anima bella da conoscere e sentire vicina, un fuoco di idee che per raccontarti ci vorrebbero pagine e pagine“.

Il pensiero per Valerio Negrini e l’opera Parsifal

Stefano D’Orazio ha militato nei Pooh dal 1971 fino alla fine dei suoi giorni. Entrò a far parte della band dopo l’uscita di scena di Valerio Negrini, che tuttavia mantenne l’impegno con la band come paroliere. A Negrini, inoltre, Roby Facchinetti dedica un pensiero legato indissolubilmente a D’Orazio:

“Del resto, cambiare a volte i nostri percorsi è bello e tu lo sai bene, perché in questo sei sempre stato coraggioso, avanti anni luce. Ora, Lassù, sarai con Valerio, i nostri Poeti insieme. Chissà cosa vi direte, chissà quante critiche per chi è quaggiù, avrete fatto mille sagaci osservazioni riguardo a ciò che combiniamo, ma sicuramente sempre con grande ironia, come solo voi due sapevate fare”.

Ancora, nella lettera di Roby Facchinetti a Stefano D’Orazio leggiamo che l’opera teatrale Parsifal, al quale i due colleghi avevano lavorato insieme, sarà interamente dedicata al batterista scomparso. Parsifal, inoltre, prende il nome dal concept album pubblicato nel 1973, quando Red Canzian fece il suo ingresso come bassista al posto di Riccardo Fogli.

“L’anno prossimo debutterà finalmente anche il nostro Parsifal, sono sicuro che ne sarai felice, so quanto ci credevi, ho visto quanto hai lavorato all’opera”.

La dedica finale

La lettera di Roby Facchinetti a Stefano D’Orazio si conclude con una citazione del brano La Ragazza Con Gli Occhi Di Sole dei Pooh contenuta nel disco Oasi (1988):

“Ora è tempo di raccogliersi nel tuo ricordo, vorrei salutarti con alcuni dei tuoi versi che so che amavi particolarmente. Stavolta li canterò io per te: «Ti porterò con me / Più in là di questo mare / Per tutti i miei domani / Starai con me». Perché non ti dimentico, non ti dimentichiamo. Ricordatelo bene, amico mio”.