John Lennon, che in Imagine pensò a un dio per tutti e nessuno | Memories

L'11 ottobre 1971 usciva Imagine di John Lennon, un inno umanista che ancora oggi ci insegna che un mondo migliore è possibile

imagine di john lennon

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Oggi gli accordi pulsati di quel piano che introduce Imagine di John Lennon suonano come un rintocco benevolo, il campanello che annuncia il grande ritorno di una persona che ti è mancata fino a quel momento, l’ora che decreta la fine di una lezione, la sveglia nel giorno della tanto agognata partenza.

Quando John Lennon compone quella melodia ha 31 anni. Siede nella sua stanza di Tittenhurst Park, di fronte al piano Steinway, e nella sua testa ci sono tante immagini. Da una parte ci sono le poesie di Yoko Ono raccolte nel libro Grapefruit, le preghiere donategli dal comico e attivista Dick Gregory e una lente d’ingrandimento per trovare un messaggio universale; dall’altra c’è lui, John, un po’ visionario e fin troppo sognatore che tuttavia si assume il rischio di offrire all’umanità un brano che cambierà per sempre il mondo degli inni umanisti.

Perché sì, Phil Spector definisce Imagine alla stregua di un inno nazionale: Imagine di John Lennon è quel brano che può cantare chiunque. Le grandi divisioni del mondo nascono per l’inconsapevolezza che queste divisioni esistano. Ora per il dio denaro, ora per la dea guerra, ora per la dea politica, ora per il dio petrolio. Eppure sarebbe facile immaginare un dio di tutti e di nessuno, qualcosa che nessuno dovrebbe spartirsi né rivendicare, né misurare di fronte ad altri. Nessuna guerra per alcuna religione, né per alcun dio, né alcun confine con il quale inventare stranieri e nemici.

Oggi Imagine di John Lennon è ancora il ricorso più immediato quando si vuole lanciare un messaggio di pace e uguaglianza, parzialmente ribaltato dagli A Perfect Circle nella cover contenuta in eMOTIVe (2004) che invece ripropone il grande classico come una marcia funebre che riporta l’attenzione sui problemi del mondo, lasciano poco spazio all’immaginazione.

Anche in quel contesto, Imagine di John Lennon resta una luce che dovremmo solo seguire: “You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one”.