Red Ronnie intervista l’avvocato Linda Corrias: “Se una legge è ingiusta va combattuta”

La legale ha spiegato perché ritiene esagerato il quadro normativo nato per contrastare la pandemia

L'avvocato Linda Corrias

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Avv. LINDA CORRIAS, conversazione con Red Ronnie

Continuano le interviste di Red Ronnie a personaggi del mondo della medicina e del diritto in dissenso con le misure adottate per fronteggiare la pandemia. Il critico musicale ha parlato del Green pass, e più in generale delle misure adottate dall’inizio dell’emergenza, con l’avvocato Linda Corrias. La legale sarda ha spiegato perché ritiene che alcune decisione del Governo siano lesive delle libertà fondamentali dell’individuo. Ma ancor di più l’avvocato ritiene alcuni provvedimenti illogici.

La Corrias è tornata indietro nel tempo fino all’inizio del primo lockdown. Da quel momento ha spiegato di aver cominciato ad analizzare i provvedimenti dell’esecutivo giudicandoli spesso ingiusti e punitivi delle libertà personali. Ha portato come esempio la decisione di imporre il coprifuoco. Una scelta che dal suo punto di vista era illogica per esempio nell’imposizione di non potersi spostare nemmeno se soli. Ha cominciato così ad analizzare il quadro normativo che andava via via delineandosi.

L’avvocato Linda Corrias: “Leggi da guerra esagerate e pericolose”

Secondo il suo giudizio di operatrice del diritto, si è imposto una logica di leggi di guerra entrando in un circuito molto pericoloso. Un circuito all’interno del quale le leggi non vengono più discusse ma imposte ai cittadini. Il rischio è che a quel punto questi ultimi abbiano cominciate a subirle senza contestarle se ingiuste. Un atteggiamento che è diventato ancora più grave se ad adottarlo sono stati i colleghi operatori del diritto che si sarebbero rassegnati alle imposizioni senza valutare gli effetti di alcune decisioni.

L’avvocato Linda Corrias è così entrata a far parte di una rete nazionale di colleghi con i quali ha cominciato a dar vita a una serie di ricorsi contro leggi e provvedimenti che ritiene ingiusti mettendosi a disposizione di colleghi che in altre parti d’Europa hanno fatto lo stesso. Ha però aggiunto che dal suo punto di vista la situazione in Italia sarebbe peggiore a causa dell’imposizione del vaccino ad alcune categorie tra cui gli operatori sanitari. Una misura che lei e altri colleghi non ritengono accettabile e contro cui sono pronti a dare battaglia.