David Bowie, quel capolavoro decadentista di Life On Mars | Memories

Il 22 giugno 1973 usciva Life On Mars?, una delle canzoni più iconiche di David Bowie

life on mars di david bowie

Photo by Hunter Desportes/Wikicommons


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Life On Mars? di David Bowie è il braccio amico che riporta in superficie chi annaspa nell’acqua, incapace di ritornare alla vita. Lo spiegheranno un po’ meglio i militi del punk, qualche anno dopo, che la felicità è una mera illusione per chi vive di tossicità e materialismo. Un po’ “meglio”, certo, ma non come Bowie.

Nel 1973 il mondo intero è ancora in pieno dopoguerra, anche se sono passati quasi 30 anni. Eppure il mondo liberato dall’incubo di Hitler è ora soffocato dagli Stati Uniti e dalla Russia. Il Regno Unito sta nel mezzo, e nel mezzo del Regno Unito c’è David Bowie. I figli dei fiori hanno fallito: un mondo migliore non esiste. Stop ai sorrisi, stop all’amore pubblicitario e stop all’ipocrisia. La vita fa schifo, ti illude. Questo è quanto il Duca Bianco mette in bocca a una “ragazza dai capelli castani”. Disincanto, rabbia e frustrazione.

La ragazza fa zapping, scorre i canali e racconta ciò che vede. Life On Mars? di David Bowie documenta tutto, e lo fa con quell’introduzione al pianoforte di Rick Wakerman, con quegli archi di Mick Ronson e con l’eleganza che è tipica dell’uomo caduto sulla Terra.

La ragazza vede “marinai che lottano nella sala da ballo”, un “poliziotto che dà addosso all’uomo sbagliato”, si rende conto che il film che stava guardando poco prima l’ha già vissuto 10 volte. Tutto ciclico, ripetitivo, mentre dall’altra stanza i suoi genitori litigano. “C’è vita su Marte?”, si chiede la protagonista tra un canale e l’altro. Tutto in un testo, in una ballata, in una piccola e immensa opera sinfonica.

David Bowie è l’uomo caduto sulla Terra per dire ai terrestri che la guerra non è mai finita, per ricordare che finché ci sarà una vita ci sarà anche una guerra. Questa è Life On Mars? di David Bowie, un pugno di verità sullo stomaco dei sognatori.