Con Pompeii Theatrum Mundi si accenderà la luce del palcoscenico in uno dei siti archeologici più importanti al mondo

"Questa è la prima luce del teatro nel buio che finora si è accesa. Riaprire Pompei – spiega Roberto Andò - con una manifestazione teatrale è una sfida che diventa possibile.


INTERAZIONI: 380

È in quel sito infatti che, dal 24 giugno al 25 luglio 2021, si svolgerà la prossima edizione della suggestiva rassegna teatrale.

Pompei è la nostra sfida in grande per la cultura, che segna il ritorno del teatro sulla scena” ha così esordito il presidente del Teatro Stabile di Napoli, Filippo Patroni Griffi. 

Anche se in modalità online la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2021 lasciava correre sulla rete una certa emozione tra tutti partecipanti, a partire dal direttore artistico Roberto Andò al suo debutto vero della stagione.  “Questa conferenza stampa rompe la consuetudine di raccontare delle impossibilità di riaperture. Questa è la prima luce del teatro nel buio che finora si è accesa. Riaprire Pompei – ha spiegato Roberto Andò – con una manifestazione teatrale è una sfida che diventa possibile. Pompei sarà la vera riapertura e l’emozione in quei luoghi in cui il teatro è iniziato ad essere dialogo con domande essenziali alla nostra vita, con la possibilità di mettere insieme il mondo dei vivi e dei morti”. 

Mai come in questa circostanza “in cui il teatro è in pericolo e lo abbiamo avvertito in molti modi, c’è una prima constatazione da fare – sottolinea Andò – che riguarda lo sforzo messo in atto da tutti i pezzi del mosaico. Quello delle istituzioni è stato enorme, ha tenuto in piedi un edificio che rischiava di crollare. È giusto dunque dare merito al Ministero che ha mantenuto in piedi tutti i livelli di questo sistema teatrale, alla Regione Campania, della quale bisogna essere fieri, che ha puntellato in modo particolare il lavoro degli artisti, garantendo la loro autonomia e la loro creatività. Con la Regione organizziamo Pompei, anche il Comune di Napoli ha retto, nonostante le difficoltà”. E’ stata insomma sancita un’alleanza per la cultura tra pubblico e privati per dare respiro a questo comparto messo in ginocchio dalla pandemia. 

Presenti tutti i principali protagonisti istituzionali, a partire da Massimo Osanna,attuale Direttore Generale dei Musei – Ministero della Cultura che ha favorito al Teatro Grande di Pompei l’inizio della rassegna con l’allora direttore del Teatro Stabile Luca De Fusco. Il testimone è passato al nuovoDirettore Generale del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel che ha manifestato il suo particolare interesse ad accogliere in estate questa edizione nel solco dell’antica tradizione teatrale di Pompei. Sono intervenuti inoltre il Direttore Generale per le Politiche Culturali e il Turismo Regione Campania Rosanna Romano,di cui si apprezza l’entusiasmo, la passione e la competenza del suo ruolo in questo particolare momento;il Direttore del Campania Teatro Festival Ruggero Cappuccio,ed infine Alessandra Franzoni Dirigente Direzione Generale dello Spettacolo – Ministero della Cultura. Sono intervenuti infine l’attore e regista Marco Baliani che porterà in scena “Quinta Stagione” ha raccontato quanto sarà emozionante “poter essere a Pompei, calpestare quel palcoscenico ed avere facce vive che ti ascoltano. Sciascia diceva che il teatro è stato inventato dagli uomini per inquietare gli dei”. Mentre lo scrittore e poeta Franco Marcoaldi, autore di Quinta Stagione,ha detto: “Ho cercato di prendere alla gola il nostro tempo”. Il regista Federico Tiezzi sarà in scena con “Purgatorio”, una rilettura della Divina Commedia, a partire da un testo di Mario Luzi, grandissimo poeta della seconda metà del Novecento.

E grazie al sostegno della Regione Campania, in collaborazione con il Parco archeologico di Pompei e il Campania Teatro Festival, il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale propone un festival di cinque grandi spettacoli che questa volta non derivano dalla drammaturgia classica. “Il filo rosso che li lega è il senso della fine e dell’inizio, il gioco anacronistico della catastrofe e della rinascita”.

Si inizia con Resurrexit Cassandra, il testo in cui Ruggero Cappuccio affida parole nuove all’inascoltata sacerdotessa, e che Jan Fabre rimette in scena con l’interpretazione di Sonia Bergamasco. A seguire Il Purgatorio. La notte lava la mente, con cui Federico Tiezzi avvia, nel settimo centenario della morte di Dante Alighieri, a distanza di trent’anni dalla sua prima teatralizzazione del poema dantesco, da un testo affidatogli da Mario Luzi sulla cantica dell’amicizia e dell’arte, il luogo in cui avviene la trasformazione del vissuto e del dolore in speranza. 

Emma Dante torna a Pompei con Pupo di zucchero, ispirata a Lu cunto de li cuntidi Giambattista Basile, e in particolare a quella tradizione meridionale per cui, il 2 novembre, si lasciano le porte aperte di casa per fare entrare le anime dei defunti. Anche qui, il tema si incarna in una azione teatrale intensissima e dolente.

Marco Baliani, con l’impronta scenica potente di Mimmo Paladino, mette in scena il poema di Franco Marcoaldi, Quinta stagione, un “monologo drammatico” sul disorientamento straniante che il nostro pianeta sta vivendo.I versi di Marcoaldi, il più teatrale dei nostri poeti, ci aiuteranno a capire in che tempo ci troviamo.

Infine, in chiusura, La cerisaie  (Il giardino dei ciliegi) di Anton Cechov, per la regia del portoghese Tiago Rodrigues e l’interpretazione di una delle più grandi attrici della scena mondiale, Isabelle Huppert.

In attesa dunque di Pompeii Theatrum Mundi.