Ermal Meta risponde a Willie Peyote, la polemica sterile: “Annalisa in confronto è un vulcano”

"Se mi avessi detto di persona queste parole, saresti stato il coraggioso che appari sul palco", risponde Ermal Meta

ermal meta cover

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Ermal Meta risponde a Willie Peyote all’indomani della finale del Festival di Sanremo 2021. Con Un Milione Di Cose Da Dirti, Ermal Meta si è classificato al terzo nella 71esima edizione della competizione musicale e stamattina ha risposto per le rime ad alcune infelici affermazioni del collega Willie Peyote (vincitore del premio della critica Mia Martini per la categoria dei Campioni).

Willie Peyote ha commentato il Festival su Twich nel format Le Brutte Intenzioni, in uno spazio virtuale con Federica Cacciola (attrice, autrice, conduttrice conosciuta dal pubblico come Martina Dell’Ombra) e Daniele Fabbri (comico, sceneggiatore e fumettista). Chiuso in una teca, per rispettare il corretto distanziamento, Willie Peyote ha fatto esattamente quello che tutti avremmo fatto con amici e parenti prima del Covid19: chiacchiere in simpatia durante il Festival.

In questa occasione goliardica, Willie Peyote – in diretta per tutte le serate sanremesi – si è lasciato andare a qualche battuta, tra le quali quella che ha tenuto banco su Twitter: Ermal Meta non ha meritato il primo posto nella serata delle cover. Il collega ha compiuto, per Willie Peyote, una scelta “ruffiana” e non ha stupito in modo particolare con la sua interpretazione.

“Gli cedevo il primo di Ermal che non se lo merita per niente”, sono le parole di Peyote in riferimento ad un altro collega. Poi spiega: “Non ho nessun motivo personale per avercela con lui (…) Intanto stai cantando Caruso il giorno del compleanno di Lucio Dalla, è già una scelta veramente ruffiana. Lui canta molto bene ma Annalisa in confronto è il vulcano Etna in eruzione. Non ho idea del perché di questa classifica”.

Ermal Meta gli risponde su Twitter ma la questione tornai in conferenza stampa. Ermal risponde nuovamente: “Non saprei che cosa dire, ho scelto una canzone molto difficile e l’avevo scelta un bel po’ di tempo prima, non sapevo ancora che avrei dovuto cantare il 4 marzo ed è stata una coincidenza molto bella”. “Ultimamente sembra che cantare bene sia quasi un crimine o comunque qualcosa che non vada più di moda. La critica non so da qualche punto di vista possa essere messa in piedi”, le sue parole.