Le terapie intensive in Svezia sono al collasso: serviva il lockdown

Le misure restrittive devono essere rigorose e non possiamo permetterci di cedere alle richieste della pancia del Paese. Le vite umane vengono prima di tutto


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La Svezia era stata indicata da molti come un modello da seguire, anche con un pizzico di invidia. Durante la prima ondata giravano immagini dei cittadini svedesi liberi di circolare mentre noi eravamo tappati in casa da settimane. In molti dicevano che era quello il modo di affrontare la pandemia. Che i nostri governanti erano degli incapaci e che noi cittadini italiani non eravamo abbastanza civili per meritare la libertà. Purtroppo il collasso delle terapie intensive in Svezia dimostra che il lockdown era necessario.

Non si tratta dell’unico esempio di sottovalutazione del virus in giro per il mondo e a farne le spese sono sempre i cittadini. Tra i Paesi europei, durante la seconda ondata, era l’unica che non aveva adottato il lockdown o misure restrittive simili. Le uniche attive al momento sono il numero massimo di otto commensali al ristorante e il divieto di vendita di alcolici dopo le 22.

Misure che noi abbiamo adottato quando l’epidemia si era fermata o comunque era molto più lenta rispetto a ora. Adesso a Stoccolma non ci sono più posti per i malati gravi e si chiede aiuto alle altre regioni del Paese. Le terapie intensive in Svezia sono diventate una vera e propria emergenza. Sarebbe meschino dire “ve l’avevamo detto”. Siamo di fronte a una pandemia mondiale a cui nessuno sa esattamente come opporsi.

Una lezione, però, possiamo ricavarla nel nostro Paese. Alcune scelte rigorose, per quanto dolorose, servono a salvare vite umane. Bisogna tenere soprattutto questo a mente come ha fatto notare ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel nel suo discorso alla nazione. Per questo è il caso di cedere alla pancia del Paese rispetto alla possibilità di aprire agli spostamenti tra Comuni durante le festività. Sembra essere questa la novità dell’ultima ora, quasi assecondando le migliaia di richieste di persone che però non hanno responsabilità di governo. Governare è un’altra cosa, vi prego fatelo con la testa e non con la pancia del Paese.