La sensibilità musicale di Fabrice Pascal Quagliotti dei Rockets

Mi sono collegato con lui durante la diretta di We Have a Dream del martedì e mi ha raccontato la sua storia e quella dei Rockets


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I Rockets sono stati un boom mondiale, soprattutto tra i giovanissimi. Pelati, con volto e testa argentata, costumi spaziali, musica tra il rock e l’elettronica, colpivano l’immaginazione. Sembravano supereroi.

Oggi Fabrice Pascal Quagliotti, mente del gruppo, ha pubblicato il suo primo album solista “Parallel worlds”, mondi paralleli. Da anni vive in Italia.

Mi sono collegato con lui durante la mia diretta WE HAVE A DREAM del martedì e mi ha raccontato la storia sua e dei Rockets. Abbiamo visto anche video di brani tratti dal suo album.

Poi gli ho chiesto di raccontarsi anche scrivendo e mi ha mandato questo:

Nasco a Parigi. Già all’età di 5 anni sogno di diventare musicista o astronauta. A 13 anni mi iscrivo al conservatorio di Parigi e studio organo classico, poi più tardi, verso i 20 anni vado a  lezioni di pianoforte con un insegnate Russo Yuri Postar.

A 16 anni fondo la mia prima band Sexagone, gruppo di musica Rock Progressive di 4 elementi.

A 17 anni fondo, con quello che oggi è tutt’ora il  bassista dei Rockets Rosaire Riccobono, la band Xerus. Durante l’estate del 1977 facciamo un tour di circa una sessantina di concerti. Siamo un cover band Rock.

In Ottobre 1977 vengo contattato da Le Bartz, front man dei Rockets, i quali cercano un tastierista. Nel medesimo periodo mi contatta Rosaire per andare a suonare ai Caraibi al Club Med con lui, ma preferisco sposare il progetto Rockets con il suo mondo Space. Insediato nei Rockets, dopo 6 mesi di gavetta, inizia il successo nel mondo con la hit  “On The Road Again”. Da questo momento divento un ricercatore e creatore di suoni. Il mio primo Synth: un bellissimo MiniMoog model D, che ho tutt’ora, poi un organo Hammond L 122, un Fender Rhodes, 1 Arp Odissey. Man mano, ho avuto per le mani la maggiore parte dei synth in circolazione. Il mio ultimo acquisto: un Piano Dexibel VivoS7 pro.

Nel 1984 parto per vivere a Londra a Hampsted, a casa di Sal Solo (ex Classix Nouveaux) e lì ho la possibilità e il piacere di collaborare con artisti di livello internazionale, quali Level 42, Kajagoogoo, ecc…. e registro un album con l’ingegnere del suono di Trevor Horn (Buggles), detto”Trigger”. Infatti, Phil Gould, drummer dei Level 42, suonerà tutte le parte di batteria dell’album e poi Nick Beggs, bassista dei Kajagoogoo, entra a fare parte dei Rockets per l’album Another Future. Nello stesso album c’è anche Mike Clip Pain, ex percussionista e vocalist di Prince e Funkadelic.

Poi vari dischi d’oro e di platino. Tournée in Francia, Italia, Spagna, Germania, Russia, ecc..

La storia del nome Rockets continua e a fine 2014 produco il nuovo album “Kaos” e, nel maggio 2019, il nuovo ricercatissimo concept album “Wonderland” che segna la fine della discografia dei Rockets.

Ho inoltre un progetto Dance parallelo con un giovane deejay di 20 anni, Axel Cooper,  denominato “Fabrice Pascal & Axel Cooper”. Axel ha tra l’altro un grosso successo nell’ estate 2020 con un suo brano in collaborazione con uno dei top deejay mondiali: Alok.

Nell’ottobre 2019, entro nella leggenda grazie ad un bellissimo fumetto su i Rockets “Kids from Mars”, disegnato da Marco Ghioni. Chi può vantarsi di avere il suo proprio fumetto? Un vero sogno.

Il 2020 dà alla luce il mio atteso primo album da solista con il discografico Roy Tarrant della Recording Arts. In quell’album collaborato con un mio amico d’infanzia, il grande Fréderick Rousseau, ex tastierista di Jen Michel Jarre, co-compositore della musica del film “Blade Runner” con Il grande Vangelis.

Questo album di 14 tracce inedite più 2 mix in binaural, si affaccia sul discorso colonne sonore da film & musiche da video giochi.

E’ prevista la mia partecipazione in giugno 2021 al festival Internazionale del cinema di Sestri Levante per presentare il mio progetto agli addetti ai lavori.

Sto lavorando ad un spettacolo live per promuovere il mio album “Parallel Worlds”. Sarà un live basato su luci particolari, mapping, neon, laser che mi sta studiando Andrea Vesnaver. Poi una collaborazione per quanto riguarda gli outfit creati dalla stilista Cinzia Diddi. Un vero lavoro di squadra.

Fabrice Pascal Quagliotti

Ed ecco il comunicato stampa:

PARALLEL WORLDS” (Intermezzo / The Orchard) è l’atteso primo disco solista di Fabrice Pascal Quagliotti, leader e tastierista della leggendaria band Rockets.

In questo disco imperdibile, Fabrice Pascal Quagliotti esprime tutta la sua attitudine compositiva e la sensibilità musicale che lo contraddistinguono, creando una colonna sonora del 21° secolo che trasporterà l’ascoltatore in un viaggio unico e ricco, attraverso un universo di suoni ricercati e d’avanguardia.

Le esplorazioni musicali elettroniche hanno portato Fabrice in vari mondi paralleli, da quelli spaziali (con riferimenti a figure come David Bowie e Tovarisch Gagarin), ai mondi interiori della mente, del misticismo e della magia e al misterioso mondo dell’amore.

L’album vede la collaborazione in due brani (“Friends” e “Strange Loop”) dell’amico e collega Frederick Rousseau, compositore e musicista francese che ha lavorato con Vangelis e con Jean-Michel Jarre e ha collaborato a celebri colonne sonore come Blade Runner” (Ridley Scott) e “Alexander” (Oliver Stone). In “Walk Away” ha invece collaborato il dj milanese Axel Cooper.

Tracklist: Alchemy, So Long Major Tom, Princess, Friends, Renaissance, Song of the Earth, Hubble Space Telescope, Japanese Tattoo, Mezcal, Tovarisch Gagarin, Strange Loop, Harem, El Fuego e Walk Away.

La versione in vinile dell’album conterrà due tracce in più rispetto al disco, 2 speciali Binaural Version mix by Frederick Rousseau.

Ha studiato gli outfit del nuovo progetto solista di Fabrice la fashion designer Cinzia Diddi (Prato).

Fabrice Pascal Quagliotti è nato a Parigi e dal 1977 è membro dei Rockets, band capostipite dello Space Rock che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo con album come “Plasteroid” e “Galaxy“. A 13 anni comincia a studiare organo classico presso il prestigioso Conservatorio di Parigi e in seguito prende lezioni di pianoforte dal maestro russo Yuri Postar. Oggi Fabrice è conosciuto come uno dei più grandi intenditori di synth: partito con un MiniMoog Model D, ha ben presto aggiunto alla sua collezione un Hammond L122, un Fender Rhodes, un Arp Odyssey, un Moog Modular, un Yamaha CS-80 e praticamente ogni altro sintetizzatore mai prodotto. Il nuovo progetto solista si affianca ai costanti tour con i Rockets. 

TRACKLIST NOTES by Fabrice Pascal Quagliotti

1. Alchemy                               

L’alchimia deriva da una fusione quasi impossibile tra filosofia, astrologia, fisica, medicina e chimica. Nella sua definizione più pura, il termine indicava la trasformazione “magica” di una materia base in qualcosa di più complesso e infinitamente più prezioso, cioè l’oro. Secondo la credenza popolare, questo veniva ottenuto da un folle stregone che mescolava pozioni misteriose nel suo fumoso laboratorio. In questo caso il laboratorio è stato sostituito da uno studio di registrazione e da due “alchimisti del suono” – Josef Klang (appassionato di synth analogici di prima generazione) e il sottoscritto (più a mio agio con il digitale e il modulare). Il brano è dunque un dialogo tra queste due “ere” di sintetizzatori che si fondono creando una vera e propria “alchimia musicale”.

2. So Long Major Tom                     

Ho sempre nutrito grande rispetto per l’arte di David Bowie e per una delle sue più grandi creazioni, Major Tom (astronauta e tossico in “Space Oddity” e “Ashes to Ashes”). Qui l’ho re-immaginato intrappolato nel suo barattolo di latta mentre intraprende un viaggio da incubo verso l’altrove.

3. Princess                             

Questo brano mi sta molto a cuore e mi emoziona. Cominciai a scriverlo quando andai a vivere con Paola (la donna che è ora mia moglie). Chiaramente non era adatto ai Rockets! Tuttavia quando decisi di fare un album da solista fu il primo brano che rielaborai… Lo ritengo uno dei mie capolavori…e la mia speranza è che un grande regista di film la pensi in ugual modo.

4. Friends                                         

A 5 anni, Frederick Rousseau ed io eravamo migliori amici. Quando cambiammo scuola all’età di 10 anni ci perdemmo di vista, ma 12 anni dopo ci incontrammo di nuovo – per puro caso in un negozio di strumenti musicali a Parigi. Ci riconoscemmo, nonostante lui avesse la barba e io fossi rasato! Lui era il tastierista di Jean-Michel Jarre ed io il tastierista dei Rockets. Davvero una strana coincidenza. Quando l’ho contattato per chiedergli di collaborare con me a un nuovo progetto, non abbiamo avuto dubbi sulla scelta del titolo più appropriato.

5. Renaissance                                

Rinascimento. Una parola dai molteplici significati. Leonardo Da Vinci, Raffaello, Michelangelo per quanto riguarda la pittura e la scultura; Josquin des Prez, Jacob Obrecht, Gioseffo Zarlino nel mondo della musica (omofonia e polifonia). Il senso di rinascita si ritrova anche in contesti spirituali, come nel buddismo, secondo il quale la continuità dell’anima si attua tramite la reincarnazione. In questo brano ho unito canti religiosi antichi (Hildegard von Bingen) a strutture classiche e moderne. Rinascimento come evoluzione. Evoluzione come rinascimento. Un continuum.

6. Song of the Earth

Dedicato al pianeta “Terra”. La musica dei suoi popoli. Un inno alla diversità e all’unità. Dall’Africa all’Asia, dalle Americhe, all’Europa. L’uomo che vive in perfetta armonia con gli altri esseri umani e con la Terra. Vivere e lasciar vivere. 

7. Hubble Space Telescope

Lanciato nel 1990 (dalla NASA e dall’ESA) come osservatorio orbitante per rilevazioni ottiche e ultraviolette al di là dell’atmosfera terrestre: questo brano è un omaggio (in onore del suo trentesimo anniversario) alle sue molteplici scoperte, come buchi neri, nuove galassie e sistemi solari lontani – scoperte che hanno permesso agli scienziati di elaborare la teoria del Big Bang sulle nostre origini. Chiudete gli occhi e godetevi questo viaggio nell’universo.

8. Japanese Tattoo

Per oltre 700 anni, fino alla loro abolizione nel 1877, i guerrieri Samurai furono il simbolo del Giappone. La loro casta di militari aristocratici era in cima alla piramide sociale. Esperti di arti marziali e al contempo fedeli servitori dei nobili, ancora oggi nella cultura popolare giapponese incutono grande rispetto. Uno dei modi migliori per onorarne il ricordo è tramite meravigliosi tatuaggi. Questo (fatto dal mio amico Ueo – ueotattoo.com) è stato la mia fonte di ispirazione per questo brano.                           

9. Mezcal

Il Mezcal non è tequila. È un distillato che viene prodotto in Messico da oltre 30 varietà di agave e al quale viene aggiunta una larva di coleottero per esaltarne il sapore e il colore.  La sua fama di afrodisiaco deriva principalmente dalla leggenda della dea Mayatl, che possedeva le sembianze di un agave e nutriva amorevolmente i suoi sudditi con i suoi 40.000 seni dai quali fuoriusciva un liquido prezioso – il mezcal. Un giorno, la dea si accorse che un magnifico bruco stava crescendo nel suo corpo e ciò la rendeva particolarmente sensibile all’amore. Si innamorò di un giovane guerriero mortale chiamato Chag, il quale non possedeva grande esperienza con le donne ed era piuttosto timido. Mayatl offrì il suo seno colmo di liquido magico a Chag, il quale bevve il mezcal e divenne d’improvviso colmo di ardore. Chag chiese a Mayatl di trasformarlo in un dio così che il loro amore potesse essere eterno, così Mayatl gli offrì il bruco appena nato nel suo cuore. Chag mangiò il bruco e divenne immortale. Ecco perché il brano si sviluppa con un crescendo musicale che sale gradualmente fino a raggiungere il culmine.

10. Tovarisch Gagarin

Da amante di tutto ciò che ha a che fare con lo Spazio e con gli UFO, non potevo non dedicare un brano al grande astronauta ed Eroe Nazionale russo, Yuri Gagarin.

Tovarisch (che significa compagno) Gagarin fu il primo uomo ad andare nello Spazio nel 1961. Le sue parole sono passate alla storia: “Ho cercato e cercato ma non ho visto Dio…girando attorno alla Terra nella navicella spaziale, ho visto quant’è bello il nostro pianeta…Gente, preserviamo e aumentiamo questa bellezza, non distruggiamola!”  Nel brano ho utilizzato le parole che pronunciò prima della partenza. Mi scuso per il mio pessimo accento russo!

11. Strange Loop

La seconda delle mie collaborazioni con Frederick Rousseau. È strano come due bambini abbiano sviluppato la medesima passione per la musica in mondi paralleli. Questo è lo strano loop della vita che ci ha portato a incontrarci di nuovo. Immensa gioia e immenso privilegio. Merci Fredo!

12. Harem

Questa è la mia “visione” di un harem del futuro, tradotto in musica. Ma potranno mai esistere davvero nel futuro? Harem come “gabbie dorate” di reclusione, simbolo del potere e della repressione dell’Uomo nei confronti della Donna. Qui le melodie dolci rappresentano la Donna, in contrasto con il synth aggressivo dell’Uomo. Il brano termina in un’atmosfera melodica a sottolineare il trionfo finale del gentil sesso. Il mio pensiero è che siamo tutti uguali, qualsiasi sia il nostro genere e la nostra religione.

13. El Fuego

El Fuego – la vera essenza del fuoco. Gradualmente, lentamente, il fuoco s’infiamma sempre più. In un crescendo di distruzione, il fuoco consuma tutto. Non c’è via di scampo.

14. Walk Away

Volevo sperimentare – uscire dalla mia comfort zone. Ho contattato un giovane DJ milanese di talento – Axel Cooper, chiedendogli di creare un ritmo drum e drum bass in stile “Trap”. Volevo sovrapporre strumenti autentici come una chitarra elettro rock (e non usare i soliti elementi di autotune associati con questo tipo di musica). Il risultato è stato davvero sorprendente e anche Axel ha dovuto ammettere che l’ho portato a compiere un nuovo fantastico viaggio.

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