Vigili urbani fanno sesso in auto e lasciano la radio accesa: e se fosse un ricatto?

Le radio di servizio necessitano di un codice per essere attivate e l'agente protagonista del presunto amplesso ha presentato due denunce per molestie sessuali ai danni di un collega


INTERAZIONI: 329

Nelle scorse ore ha fatto tanto discutere la notizia secondo cui una coppia di vigili urbani avrebbero fatto sesso nell’auto di servizio e avrebbero lasciato la radio di servizio accesa, facendo diventare l’amplesso di dominio pubblico tra i colleghi. Una notizia a dir poco curiosa che sicuramente ha gettato discredito sul corpo della polizia di Roma Capitale. Secondo la ricostruzione data dai media, si trattava di una coppia di colleghi in servizio su una Fiat Punto ed erano impegnati nei pressi del campo rom di Tor di Quinto. Durante il turno di notte i due avrebbero fatto sesso e la radio avrebbe trasmesso i loro “rumori amorosi”. Qualcuno dei colleghi avrebbe registrato l’amplesso attraverso la radio e avrebbe fatto arrivare il nastro sulla scrivania del comando generale della Polizia Locale.

I fatti non sarebbero recenti anche se la notizia è trapelata solo in queste ore. Il comando ha avviato un’indagine per capire cosa sia successo. A parte lo stupore iniziale, col passare delle ore sorge un dubbio. Ma siamo sicuri che sia tutto vero? Non intendo la notizia, che sarà trapelata da fonti qualificate interne alla polizia locale, ma il fatto in sé. I due vigili urbani hanno realmente fatto sesso all’interno di un’auto di servizio? Rischiando il posto di lavoro e per di più lasciando la radio accesa?

Il primo dubbio viene dal fatto che le radio presenti sulle volanti non sono così facili da attivare. Per farlo è necessario digitare un codice e non risulta credibile il fatto che la radio sia stata inavvertitamente attivata nella foga del rapporto o lasciata accesa. Com’è stato registrato allora l’audio dell’amplesso? Il secondo elemento che fa riflettere è che la presunta protagonista dell’amplesso avrebbe presentato ben due denunce per molestie sessuali subite sul lavoro da un collega. L’ultima l’avrebbe presentata pochi giorni fa e manco a farlo apposta la notizia sarebbe trapelata dopo poche ore da quella denuncia.

Siamo veramente sicuri che non si tratti dell’ennesimo ricatto fatto a una donna che si è permessa di “ribellarsi” a molestie sul lavoro? Solo gli investigatori sanno la portata delle prove che hanno in mano ma far luce su questa vicenda diventa molto urgente alla luce di questi scenari. Il fatto certo è che non si tratta solo di una notizia curiosa che fa incetta di click sul web.