Simon & Garfunkel, “Sound of Silence”; Paul Simon, “Homeless” | Needle

Ho deciso di riascoltare quelli che sicuramente sono i due brani più importanti nella carriera di Paul Simon


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Il boom dei vinili, che nelle vendite mondiali hanno da tanto ormai superato quelle dei CD (che peraltro presto spariranno dal mercato), ha spinto le case discografiche a ristampare dischi storici del passato, che puntualmente vengono comprati da vecchi appassionati che hanno fatto l’errore di svendere i vinili per far posto ai CD o hanno gli originali troppo rovinati. Ma, soprattutto, sono i ragazzi che si immergono nella storia della musica con queste nuove edizioni.

La Sony sta pubblicando tutti gli album di Simon & Garfunkel e quelli solisti di Paul Simon.

Ho deciso di riascoltare quelli che sicuramente sono i due brani più importanti nella carriera di Paul Simon.

The Sounds of silence

è un capolavoro che ha avuto una storia complicata. Una versione acustica comparve nel 1964 all’interno del primo album di Simon & Garfunkel “Wensday morning, 3AM”. Il produttore Tom Wilson capì ile potenzialità del brano e, senza neppure consultare i due autori, aggiunse parti strumentali e una chitarra elettrica. La canzone, così “rivestita”, venne pubblicata come singolo e nel settembre 1965  arrivò al 1° posto nella classifica USA e fu inclusa nell’album “Sounds of silence”. Il boom mondiale arrivò due anni dopo, quando nel 1967 a Simon & Garfunkel fu affidata la colonna sonora del film ”Il Laureato” con Dustin Hoffman.

Nel corso degli anni il titolo della canzone ha perso il plurale ed è diventata “The sound of silence”. Il testo struggente con cui inizia il brano, “Hello darkness, my old friend (Ciao oscurità, mia vecchia amica)”, si riferisce al fatto che Paul Simon scriveva al buio nel bagno della sua casa. La leggenda vuole che “Sounds of silence” fosse stata scritta dopo lo shock dell’assassinio del Presidente Kennedy. In realtà racconta di un essere umano che prova una incomunicabilità con gli altri.

Ecco il testo:

Salve oscurità, mia vecchia amica

sono venuto a parlarti nuovamente

perché una visione che fa dolcemente rabbrividire

ha lasciato i suoi semi mentre dormivo

e la visione che è stata piantata nel mio cervello

ancora persiste nel suono del silenzio

Nei sogni agitati io camminavo solo

attraverso strade strette e ciottolose

sotto l’alone di un lampione

sollevo il mio colletto al freddo e all’umidità

quando i miei occhi furono colpiti dal flash di una luce al neon

che spaccò la notte e toccò il suono del silenzio

E nella nuda luce vidi dieci migliaia di persone forse più

persone che parlavano senza dire niente

persone che sentivano senza ascoltare

persone che scrivevano canzoni che non ne avevano mai condiviso le voci

nessuno osava disturbare il suono del silenzio

“Stupidi” io dissi, “voi non sapete il silenzio cresce come un cancro

ascoltate le mie parole che potrei insegnarvi

prendete le mie braccia che potrei raggiungervi

Ma le mie parole caddero in silenzio come gocce di pioggia

e riecheggiarono nelle sorgenti del silenzio

e la gente si inchinò e pregò

al Dio neon che avevano creato.

e l’insegna proiettò il suo avvertimento,

tra le parole che stava formando.

e l’insegna disse “le parole dei profeti sono scritte sui muri delle metropolitane

e sui muri delle case popolari.

E sussurrò nel suono del silenzio”

Homeless

è la canzone più significativa dell’album “Graceland”, vero capolavoro e disco più importante nella carriera solista di Paul Simon.

Paul ascoltava sempre in macchina una cassetta compilation di gruppi africani, “Hearts and bones”. Decise allora di partire e andare in Sudafrica, in un periodo di fuoco per la lotta contro l’Apartheid. Già Peter Grabriel aveva registrato “Biko”, dedicato a un nero ucciso. Nelson Mandela era in prigione. Così, mentre Little Steven radunava tanti artisti, tra cui Bruce Springsteen, Bono Vox, Bob Dylan, Ramones, Bob Geldof, Miles Davis, Peter Gabriel, Lou Reed, etc, per registrare il brano “Sun City”, dove cantavano che non sarebbero andati a suonare nella città del divertimento bianco in un Sudafrica sfruttato e funestato da uccisioni di neri che chiedevano libertà, Paul Simon fece la sua protesta contro l’Apartheid registrando proprio in Sudafrica questo brano tutto vocale col gruppo locale Ladysmith Black Mambazo. Il testo è in lingua zulù e in inglese.

Ecco il testo, le cui parti vengono più volte ripetute:

Ehi Signore, dormiamo sulle rupi

Dormiamo sulle rupi

Senzatetto che dormono al chiaro di luna sulle rive di un lago a mezzanotte

E siamo senzatetto, siamo senzatetto

Cuore mio, il freddo mi ha già ucciso.

(Persino) Dio onnipotente sta dormendo mamma

Cuore mio, cuore mio

Venti forti distruggono la nostra casa

Molti morti, stasera potresti essere tu

Qualcuno dica ih hih ih hih ih

Qualcuno canti ciao, ciao, ciao

Siamo i vincitori (ih hih ih hih ih)

abbiamo sconfitto l’intera nazione (ih hih ih hih ih)

Abbiamo conquistato Londra

Siamo i vincitori

Abbiamo conquistato l’Inghilterra

Vogliamo annunciare

all’intera nazione

che siamo i migliori

a cantare in questo stile.

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