Cordio dipinge storie ed emozioni in Ritratti Post Diploma (intervista)

OM intervista Cordio per l'album d'esordio Ritratti Post Diploma

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In un momento particolarmente arido di concerti, poco prima dell’entrata in vigore del DPCM che ha sospeso gli eventi, ho avuto il piacere di partecipare allo showcase di Cordio alla Santeria di Milano. Un incontro a cuore aperto per raccontare l’album Ritratti Post Diploma – appena uscito in versione fisica dopo due parti digitali – e per suonare dal vivo alcuni dei suoi brani.

Il percorso di Cordio nel mondo nella musica è iniziato in modo anacronistico: sui palchi di tutta Italia, come
opening act dei tour di Ermal Meta, presentando le sue canzoni al pubblico prima ancora di averle incise.

I suoi Ritratti Post Diploma sono frutto dell’intenso lavoro svolto in studio con Ermal, che ha curato interamente la produzione artistica dell’album ma il cammino di Cordio nel mondo delle note e dei testi ha radici ben più profonde e quel “Post Diploma” forse fa da spartiacque anche al suo stesso percorso: dal “gruppetto” musicale formato con gli amici dell’adolescenza alla consapevolezza artistica che lo ha portato alla pubblicazione del suo primo, vero, disco con Mescal.

Ritratti Post Diploma contiene 14 canzoni, 14 ritratti in cui Cordio dipinge storie ed emozioni che nascono da suoi conflitti interiori per raggiungere tutti coloro che in queste storie e in queste emozioni ci si rispecchiano.

Tracklist:

• LA NOSTRA VITA
• ALMENO TU RICORDATI DI ME
• IL PARADISO
• ANGOLI E SPIGOLI
• TI HO TRADITA MILLE VOLTE
• CI PASSAVO L’ESTATE
• QUELLA GIUSTA
• ALTRO CHE ARTISTA
• RITRATTI POST DIPLOMA
• QUEI GIORNI LIMPIDI DI LEGGEREZZA
• MARTINA FA LA GUERRA
• FUORI DAL BLUES
• VERNICE
• MUSICA SU MARTE

Intervista con Cordio

Cordio, è appena uscito Ritratti Post Diploma in versione fisica. Perché hai scelto di far riferimento a questo particolare periodo della vita per i tuoi “ritratti?”
Post Diploma ha a che fare con l’età in cui queste canzoni sono ambientate, ovvero dopo la maturità. Non volevo parlare del diploma ma piuttosto collocare queste canzoni nel periodo della vita in cui inizi ad essere responsabile delle tue scelte e in cui cominci a diventare grande. Le due copertine pubblicate, quella del primo volume e quella del secondo volume, rappresentano questo. La prima copertina raffigura un gruppo di persone, corrono sfuocate: il senso è che dopo il diploma si entra nella vita ancora con i contorni molto sfuocati, senza capire bene; la seconda copertina raffigura invece persone che aspettano, qualcuno che ha corso e che si è fermato, adesso è in attesa. Rappresenta anche la crescita di quei personaggi, che poi diventano più nitidi.

Nella canzone Ritratti Post Diploma ci sono una serie di personaggi. Quei nomi e quelle storie esistono davvero?
Sì, sono personaggi reali, sono alcuni dei miei amici. Mi sto accorgendo però che non è stato così rilevante nel senso che tante persone si riconoscono in una storia o nell’altra, perché dipingono situazioni verosimili. Mi sta a cuore questo, scrivere qualcosa che poi possa essere vero anche per gli altri e che possa vivere anche al di fuori del mio contesto. C’è chi ha preso la sua strada, chi voleva e non poteva, chi non sapeva…

A quale personaggio ti senti più vicino?
Forse a Giorgio, il primo personaggio, che dice che non ci ha pensato troppo a cosa fare. Io in realtà ci ho pensato ma la mia scelta l’ho fatta in modo radicale quasi fin da subito.

Quel “ritratti” indica invece la tua passione per la scrittura per immagini. Hai raccontato che è nata con Angoli E Spigoli ma in che modo?
Leggendo; è stato il romanzo Anna Karenina a farmi avvicinare ai quadri. Ho scoperto una sensibilità particolare nello descrivere cose concrete e a collocare ritratti psicologici in scenografie molto precise. Mi sono appassionato alla scrittura per immagini da lì.

Musica Su Marte, invece, è una canzone molto critica che descrive bene il periodo attuale.
E’ una canzone di conflitto ma non solo con l’esterno, anche con me stesso; un conflitto legato al fatto che scrivere è abbastanza difficile per me perché devo cercare la parola esatta per tradurre quello che provo per liberarmene e quando non la trovo non me ne libero quindi è doppiamente frustrante. Vado a fare musica su Marte sia perché forse sarebbe più facile ma anche perché qui “ci sono più canzoni che orecchie”, come scrivo nel testo.

La vita di questo album come proseguirà? E, soprattutto, proseguirà oppure pensi già al prossimo?
Sono al lavoro su nuove canzoni perché scrivere accompagna sempre la mia vita. La vita di quest’album? Non so rispondere. Mi sarebbe piaciuto fare altri concerti sicuramente ma, vista la situazione, non si può. Forse farò un altro video, per uno dei pezzi, ma comunque le canzoni di questo album me le porterò dietro per tanti anni.

Molto importante per la nascita di questo album è stato il supporto di Ermal Meta, produttore del disco. Del tuo rapporto con lui ormai sappiamo tanto, ma cosa c’è stato prima di Ermal Meta?
Ho fatto un percorso abbastanza classico – anche se in questo momento classico non è; avevo il mio gruppetto a scuola, messo su con alcuni amici, e facevamo già inediti. Scrivevamo canzoni, arrangiavamo, andavamo in sala prove e ci esibivamo in giro, in piccole manifestazioni locali.

Quelle canzoni che fine hanno fatto?
Non erano niente di particolare, anzi erano davvero brutte (ride); non saranno mai pubblicate per fortuna, però le ho tutte nell’hard disk e magari un giorno te le faccio ascoltare!