Luis Suarez supera l’esame d’Italiano. Quanti calciatori italiani di Serie A riuscirebbero nella medesima impresa?

Il Pistolero ha dimostrato di conoscere l'Italiano. I suoi colleghi italiani hanno dimostrato di saperci fare molto di più con il pallone che con il congiuntivo e la consecutio temporum. Un esame di Lingua sarebbe una carneficina

Luis Suarez

L'attaccante Luis Suarez a Perugia


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Luis Suarez ha messo a segno una rete accademica molto importante. L’attaccante del Barcellona, nel mirino della Juventus, ha superato presso l’Università di Perugia l’esame di Lingua Italiana ottenendo la certificazione B1. Luis Suarez ha cioè dimostrato alla Commissione Esaminatrice di: comprendere testi orali e brevi testi scritti; di saper produrre brevi e semplici testi scritti; esser in grado di sostenere una comunicazione faccia a faccia.

Luis Suarez con il certificato B1 in tasca è, adesso, in condizione di ottenere il passaporto italiano. Dunque potrà esser tesserato come atleta comunitario aprendo interessantissime prospettive di calciomercato che fanno sognare i tifosi bianconeri. L’arrivo di Luis Suarez nel capoluogo umbro non è certo passato inosservato. Decine di tifosi della Juventus hanno voluto sostenerlo nella prova d’esame invocando il suo arrivo alla corte di Pirlo.

Vedremo quali saranno le evoluzioni della vicenda Luis Suarez con il quale ci rallegriamo per il positivo esito dell’esame di Lingua Italiana. Perfidamente ci chiediamo quanto calciatori italiani madrelingua sarebbero in grado di sostenere e superare un analogo esame?

Purtroppo il livello medio di istruzione dei calciatori professionisti è molto basso. I laureati sono una rarissima eccezione e tanti diplomati hanno conquistato il “pezzo di carta” mediante scuole private o altre scorciatoie. Sono davvero pochi i calciatori italiani in grado di esprimersi in modo corretto e di comprendere domande complesse. La banalità di certe interviste, Luis Suarez lo scoprirà arrivando in Italia, è figlia anche di questa povertà di strumenti culturali.

Un’ignoranza, un analfabetismo funzionale ( comune alla stragrande maggioranza della popolazione italiana, che ha delle ripercussioni anche sulla qualità della prestazione professionale. Un calciatore istruito è certamente più in grado di comprendere l’evoluzione del gioco e gli schemi sempre più complessi dei propri allenatori. Mentre negli USA sono le scuole superiori e le università a preparare gli atleti alla carriera professionistica, in Italia un giovane calciatore per inseguire i suoi sogni è spesso costretto ad abbandonare gli studi.

I libri si chiudono ed il tanto tempo libero, i calciatori lavorano massimo tre/quattro ore al giorno, viene sprecato con tatuaggi e futilità social. Credo che ad un esame serio, come il B1 sostenuto da Luis Suarez, pochi riuscirebbero a scampare. Ma d’altra parte con tutti i soldi guadagnati, i calciatori possono permettersi anche di far pensare qualcuno in proprio luogo.