5 curiosità su The Handmaid’s Tale, ora anche su Prime Video con la prima stagione

Prima di lanciarsi in una nuova maratona della serie con Elisabeth Moss, ecco cinque curiosità che anche i fan più accaniti potrebbero non conoscere

Offred in The Handmaid's Tale

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L’arrivo della prima stagione di The Handmaid’s Tale su Prime Video – fissato per martedì 25 agosto – è un’occasione perfetta per esplorare o riscoprire l’oscurantista mondo di Gilead, la repubblica fittizia concepita da Margaret Atwood ne Il Racconto dell’Ancella e in cui è ambientata la storia di sottomissione, lotta e ribellione di June Osborne. Come spieghiamo nella nostra guida alla serie, l’antieroina interpretata da Elisabeth Moss si erge a simbolo di una rivoluzione: l’obiettivo è rovesciare un regime cristiano fondamentalista, retto sulla restrizione dei diritti umani e la classificazione delle donne in base al loro status sociale e alla loro fertilità. Ma prima di lanciarci in una (nuova?) maratona della serie, ecco cinque curiosità su The Handmaid’s Tale che anche i fan più accaniti potrebbero non conoscere.

Il cameo di Margaret Atwood

Margaret Atwood, autrice del romanzo cui la serie si ispira – come anche del suo tanto atteso e vendutissimo seguito, I Testamenti –, appare nel pilot di The Handmaid’s Tale nei panni di una delle Zie, donne anziane e non sposate incaricate di gestire le ancelle. La si vede infatti dare uno schiaffo a una June da poco arrivata a Gilead. Fare una comparsata nella serie è stato un suo desiderio, mentre è del regista Bruce Miller l’idea di farle schiaffeggiare il personaggio interpretato da Elisabeth Moss.

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  • Atwood, Margaret (Author)

La tesi universitaria di Amanda Brugel

In The Handmaid’s Tale le Marte sono donne nubili e spesso sterili, riciclate come domestiche nelle case dei più abbienti comandanti. Rita, la Marta impiegata in casa del Comandante Fred Waterford e della moglie Serena Joy, è interpretata da Amanda Brugel. Il legame dell’attrice con la serie – o piuttosto con il materiale narrativo che la nutre – risale però a un periodo ben più lontano, e nello specifico ai suoi anni universitari. Il Racconto dell’Ancella, e in particolare il personaggio di Rita, sono stati infatti il tema della tesi d’accesso ai corsi universitari grazie alla quale ha ottenuto una borsa di studio.

La serie è il decimo adattamento del romanzo

La popolarità de Il Racconto dell’Ancella – pubblicato nel 1985 – è rimasta inalterata nel tempo, e il fascino che esercita sui lettori ha saputo traslarsi su svariati altri mezzi. Anzitutto a teatro, dove ha debuttato pochi anni dopo la pubblicazione del romanzo. Poi ne è stata tratta un’opera e persino un balletto. Negli anni ’90 lo si è ascoltato trasformarsi in una sorta di audioromanzo in radio, per poi finire sul grande schermo in un film con Natasha Richardson e Faye Dunaway. La The Handmaid’s Tale in arrivo su Prime Video – ma prodotta e già disponibile su Hulu – è il primo adattamento televisivo de Il Racconto dell’Ancella.

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I testamenti
  • Atwood, Margaret (Author)

Per Margaret Atwood non è una storia fantascientifica

Nel corso degli anni Margaret Atwood ha ribadito più volte di non considerare Il Racconto dell’Ancella una storia di fantascienza, e di essersi sempre adoperata per far sì che ogni avvenimento del romanzo riflettesse un evento accaduto in un certo momento della storia. Inoltre è sempre stata convinta che, in determinate condizioni, il regime di Gilead potesse – e possa ancora – diventare realtà. E visto il deterioramento dei diritti umani e delle libertà in molte società, incluse quelle occidentali, è facile capire perché i costumi indossati dalle ancelle della serie siano diventati simbolo di ribellione per molte lotte femministe nel mondo.

I furti di opere… ad arte

Che Gilead tenda a riapplicare degli espedienti tipici di regimi già esistiti è evidente a più riprese nel corso della serie. Nella prima stagione, ad esempio, si fa riferimento all’abitudine degli alti gerarchi nazisti di depredare musei e luoghi di cultura per sfoggiare ricchissime opere nelle proprie abitazioni. Quest’uso predatorio si riflette nell’arredamento della casa dei Waterford, in cui spiccano quadri e altre opere rubata dal Museo di Belle Arti di Boston. La scelta è ricaduta su questo specifico centro per avvalorare la tesi che la Gilead della serie corrisponda all’antica Boston degli Stati Uniti.

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