Il compleanno di James Hetfield batte il numero 57, ma il frontman dei Metallica non soffia sulle candeline delicatamente conficcate nel pan di spagna: James usa il lanciafiamme.
Aveva ancora pochi anni quando iniziò a prendere lezioni di pianoforte, ma prima di diventare una leggenda dovette aspettare il 1981.
La band Leather Charm nella quale suonava con il chitarrista Hugh Tanner e il bassista Ron McGovney si era appena sciolta. Hetfield e McGovney sentivano il forte bisogno di suonare con qualcuno. Fu Tanner, in quella rivista chiamata The Recycler, a trovare l’annuncio di un tizio che cercava musicisti metal con i quali jammare sulle band più gettonate del momento, Iron Maiden inclusi.
L’autore dell’annuncio rispondeva al nome di Lars Ulrich. Hetfield e Ulrich si incontrarono ma non andò a buon fine. Ulrich non sapeva suonare granché e la sua aspirazione era girare l’Europa per cogliere tutte le sfumature della scena new wave ed heavy metal che si stava affermando sempre di più. Vi andò da solo, in quel 1981, e quando fece ritorno negli Stati Uniti assillò talmente tanto Hetfield da farlo cedere.
Il resto è storia: il compleanno di James Hetfield è quello di un uomo orchestra e ciò che sorprende ancora tutti è la sua natura di chitarrista autodidatta. I suoi riff, la sua voce, il suo stile e la sua performance continuano a fare scuola e dobbiamo dirlo: quando un brano compare nella setlist di una band emergente, quel brano è storia.
Accade per Master Of Puppets, Enter Sadman e Nothing Else Matters, brano che tutti gli artisti emergenti provano in saletta quando c’è un buco da riempire. Oggi le band rock emergenti jammano sui Metallica e inseriscono le loro hit in scaletta quando suonano nelle sagre o nei pub. Con 57 plettrate violente, il compleanno di James Hetfield è la festa di un’icona, il nome più forte del thrash metal.