La sigla di The New Pope sotto accusa, per il Patriarcato di Venezia è offensiva

Pioggia di critiche per la sigla di The New Pope, il Patriarcato di Venezia risponde senza mezzi termini all'uso improprio di simboli religiosi

sigla di The New Pope

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La sigla di The New Pope, serie che ha debuttato il 10 gennaio su Sky Atlantic, si fa certamente notare: delle giovani suore si muovono in modo conturbante all’interno di un ambiente monastico. Il ritmo psichedelico non passa inosservato, tant’è che la canzone iniziale (Good Time Girl di Sofi Tukker), all’indomani del lancio della serie, è stata tra le più ricercate sul web.

C’è anche a chi non è piaciuta e senza mezzi termini ha deciso di dire la sua. Il Patriarcato di Venezia si è scagliato contro Paolo Sorrentino, criticando l’uso “offensivo” di simboli religiosi e una sala della Fondazione Cini dell’isola di San Giorgio per la sigla di The New Pope.

In una nota, che ha scatenato subito il putiferio, il delegato del Patriarca per i beni culturali, don Gianmatteo Caputo, sottolinea che le immagini della sigla della serie:

Hanno suscitato reazioni diverse per il loro contenuto. Nella consapevolezza che si tratta di una serie fantasy, e che la creatività artistica del regista vuole suscitare reazioni controverse, a tratti irriverenti e provocatorie, la scena – parte integrante del film – risulta in sé offensiva, mancando oltretutto di un contesto narrativo che ne giustifichi la ragione e il contenuto.

Il video mostra una grande croce fluorescente davanti alla riproduzione dell’episodio delle Nozze di Cana di Paolo Veronese. Ai piedi della suddetta croce, il gruppo di suore decide di improvvisare un ballo accattivante che non è stato particolarmente apprezzato.

Pertanto ciò che viene offerto agli spettatori è solamente una ripresa simile ad un video musicale realizzato in un luogo fondamentale della storia e della tradizione monastica a Venezia, trasformato in una sorta di stage per una danza dal contenuto ammiccante e allusivo, collocata – precisa – sotto il simbolo cristiano per eccellenza, la croce.

Giudicate voi. Ecco la sigla “incriminata”:

Secondo alcuni, la polemica era nell’aria, ma finora non si è avanzata alcuna critica per non dare risalto alla serie di Sorrentino. A quanto pare, la calma è durata poco. A dare fastidio è stato l’utilizzo di immagini non contestualizzate che possono suscitare reazioni più disparate, veicolando anche un messaggio sbagliato. Caputo continua, spiegando:

Non è necessario scomodare la censura per dire che siamo davanti a un episodio che offende e profana, per il riferimento al simbolo della croce, e risulta inopportuno perché fondato sulla gratuita volontà di provocare e suscitare reazioni; come in altri casi, forse andrebbe semplicemente ignorato per vanificarne l’obiettivo. Sarebbe stato comunque opportuno non concedere, per le riprese l’utilizzo di quello spazio ad elevato valore storico e simbolico.

A suo tempo, la sigla di The Young Pope, seppur contenente un mix di sacro e profano, non aveva suscitato la stessa reazione indignata. Jude Law, nei panni di Pio XIII, camminava con passo deciso e trionfante lungo una galleria di quadri che ripercorrono, idealmente, la storia della Chiesa; essi sono poi attraversati da una stella cometa che interagisce con alcuni dei personaggi rappresentati. La scena è accompagnata dalle note di (All Along The) Watchtower di Bob Dylan nella versione di Devlin e Ed Sheeran.