Ricaricare lo smartphone nelle stazioni pubbliche: malware dietro l’angolo

Potrebbe essere pericoloso ricaricare lo smartphone presso stazioni pubbliche: il malware incombe

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Avete spesso ricaricato i vostri smartphone in luoghi pubblici? Potreste esservi esposti ad un rischio. Come riportato da ‘PhoneArena.com‘, l’Ufficio del Procuratore Distrettuale della Contea di Los Angeles ha messo in allerta tutti i cittadini che hanno l’abitudine di ricaricare il proprio dispositivo in aeroporto, in stazione, negli alberghi o sul bus: c’è possibilità di contrarre un malware capace di rubare i dati presenti a bordo.

Il raggiro prende il nome di ‘truffa juice jacking‘, e si basa sull’innesto di codice malevolo nelle stazioni di ricarica o sui cavi lasciati in dotazione per ricaricare lo smartphone. Il malware riesce facilmente a bloccare lo smartphone della vittima, come pure, nella peggiore delle ipotesi, a rubare i dati personali (password comprese, con tutte le conseguenze del caso). In particolare, l’allerta diramata dal Procuratore Distrettuale della Contea di Los Angeles si riferisce alle stazioni di ricarica USB installate negli aeroporti, negli alberghi ed in altri luoghi pubblici (non è chiaro se ad essere coinvolte sono solo quelle locali, o se il pericolo è da ritenersi tale anche altrove).

Il rischio, per così dire, è concreto. Se notate da qualche parte una stazione di ricarica resistete alla tentazione di collegarci il vostro smartphone: molto meglio, visto l’allarme del Procuratore Distrettuale della Contea di Los Angeles, affidarsi ad un power-bank (ormai se ne trovano di ogni dimensione, anche tascabile, come pure di ogni capacità riteniate opportuna al vostro caso, anche a poco prezzo approfittando magari delle prossime offerte del Black Friday 2019), ed evitare così qualsiasi pericolo, seppur remoto (non è detto che tutte le stazioni di ricarica siano state manomesse, ma nel dubbio sarebbe meglio prevenire). Avevate già sentito parlare di malware di questo genere, o avete qualche esperienza, diretta od indiretta, da raccontarci? Fatecelo sapere commentando l’articolo attraverso il box sottostante.