Federica Pellegrini era una bambina quando stupì il mondo conquistando l’argento ad Atene 2004. Per i successivi quindici anni la Pellegrini è rimasta sulla cresta dell’onda ( è proprio il caso di dirlo) conquistando allori olimpici (Pechino 2008) e mondiali, ma incassando altresì sonore sconfitte come il podio olimpico di Rio sfiorato per una frazione di secondo. Trionfale lo sprint d’oro in Corea, dove per l’ottava volta consecutiva è riuscita a salire sul podio mondiale con il tempo di 1,54,22.
La specialità della Pellegrini sono i duecento metri stile libero. Una gara durissima dove le doti atletiche devono combinarsi armoniosamente con quelle tecniche. Duecento metri di sofferenza pura che la Pellegrini affronta con la rabbia di chi vuole sbranare il mondo intero. Un orgoglio feroce che ha trasformato la delusione di Rio 2016 nella voglia di andare a prendersi la rivincita a Tokyo 2020 ad un’età nella quale da tempo le rivali hanno appeso costume e calottina al chiodo.
Nella storia dello sport italiano sono più unici che rari gli atleti capaci di restare ai vertici mondiali per cinque olimpiadi. Eppure la Divina Pellegrini scatena insulti e commenti malevoli da parte dei detrattori. Critiche spietate che investono il personaggio Pellegrini: la pubblicità di costumi da bagno e shampoo, i fidanzamenti più o meno vip, il taglio dei capelli, qualche smorfia in pubblico. Alla Pellegrini non si perdona nulla in un crescendo di rancore che talvolta ha anche depresso l’atleta. La Pellegrini è antipatica forse perché gli italiani sono pronti a perdonare tutto, tranne che il successo.
Da qualche tempo a questa parte, però, la Pellegrini è diventata più matura: in piscina e sui social network. Alle critiche risponde con ironia ed a suon di risultati. Naviga tra gli insulti con la stessa sicurezza della corsia. Ed alla fine vince lei, meravigliosa antipatica vincente. Almeno fino al prossimo gossip ed al prossimo spot d’intimo moda.