Caccia Al Ladro, l’inimitabile commedia sofisticata in salsa thriller di Alfred Hitchcock

Uno dei film più eleganti del maestro, con interpreti indimenticabili. Grace Kelly è la quintessenza della bellezza, Cary Grant è l’uomo che tutti vorremmo essere

Caccia Al Ladro

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Quando si parla di Caccia Al Ladro, il giudizio è quasi unanime: questo film per Alfred Hitchcock è una sorta di sospensione dai suoi temi seri. È lo stesso regista a sottolinearlo nella celebre intervista a Truffaut: “Era una storia piuttosto leggera, non seria”, aggiungendo in un’altra occasione che il film costituiva anche l’opportunità per un ritorno al suo umorismo inglese.

E questa forse è una delle chiavi di lettura più interessanti di Caccia Al Ladro. Hitchcock plana tra gli scenari della Costa Azzurra – di cui però non amava il cielo blu Savoia, che gli sembrava fasullo e perciò cercò di ovviare con filtri che rendessero più realistiche le sfumature di colore –, tra baie incantante e tripudio di fiori e decide di prendersi una vacanza, ritrovando la parte più europea della sua ispirazione. La stessa cosa si può dire per il protagonista Cary Grant, che mai come in questo caso sembra attingere alle sue origini inglesi (era nato in Gran Bretagna come Archibald Alexander Leach) per disegnare un personaggio di sovrana eleganza e humour impagabile.

E allora i temi del cattolico Hitchcock, colpa, responsabilità, tradimento, si stemperano nella grazia di una messinscena smagliante dal punto di vista visivo, col sole a riscaldare lo spirito dell’autore e ammorbidirne il rigorismo morale. Basta vedere la felicità e la leggerezza di alcune sequenze, che attingono però, attenzione, al meglio del suo approccio formalista all’arte cinematografica: l’inseguimento al mercato dei fiori con la vecchietta che malmena Cary Grant, o la magnifica, citatissima sequenza in cui i fuochi d’artificio s’alternano con i baci tra i protagonisti, secondo un montaggio delle attrazioni che guarda ad Ėjzenštejn e al muto (che per Hitchcock costituiva il linguaggio cinematografico perfetto, senza parole, solo visioni).

L’immancabile apparizione del regista in Caccia Al Ladro

Girando en plein air, anche se poi fece largo uso dei mascherini e quindi le scene in esterni sono assai meno di quanto si creda, Hitchcock si concede il lusso di lavorare sul colore, il montaggio, l’umorismo, ponendo in secondo piano una storia su cui non faceva troppo affidamento. Il risultato è uno dei suoi film dall’impagnazione visiva più ricercata, quasi astratta. Come astratto, impalpabile eppure sensualissimo è il bacio che all’improvviso stampa Grace Kelly sulla bocca di Grant, alla fine di una serata in cui si è camuffata nella sua più totale degnazione. Grace Kelly, che come le cronache mondane raccontarono a profusione conobbe sul set Ranieri di Monaco, in questo film incarna la versione definitiva della bellezza alla Hitchcock: bionda, altera, piena di riserbo ma, sotto la superficie, vulcanica e volitiva. E per esaltare la preziosità elusiva del suo fascino, il regista la inquadra quasi sempre di profilo, sfuggente, misteriosa, irraggiungibile.

Caccia Al Ladro
  • Grace Kelly, Cary Grant, John Williams (Actors)
  • Alfred Hitchcock (Director)

Caccia Al Ladro però, a vederlo bene, costituisce anche un’enciclopedia dei suoi temi maggiori di quegli anni, solo in affettuose tinte pastello. La storia è quella di gran parte dei film di Hitchcock, un innocente imputato di un delitto e costretto, per scagionarsi, a trovare il vero colpevole. Però John Robie detto il Gatto non è proprio un santarellino: un tempo era il più talentuoso ladro di gioielli della Costa Azzurra, riabilitato per la militanza nella Resistenza durante la guerra. Adesso però c’è qualcuno che usa il suo modus operandi e tutti i sospetti si concentrano su di lui. E Robie sarà costretto a fare il gatto col topo, per trovare il colpevole. Sono tante le situazioni che rimandano ai suoi film maggiori del periodo: i ladri che s’inerpicano sui tetti fanno pensare subito alla “vertigine” che, con ben altre implicazioni, scandisce le paure di James Stewart in La Donna Che Visse Due Volte; una donna sorretta con una mano in bilico sul tetto riproduce la successiva inquadratura finale di Intrigo Internazionale; mentre la conclusiva festa in maschera rilancia un altro tema portante del suo cinema.

Sarà quindi il caso di non sottovalutare Caccia Al Ladro, film di elegantissimo e sovrano divertimento che insieme costituisce uno dei più alti esiti formali del suo cinema. Sotto il quale s’agita una inquieta interrogazione sull’animo umano, visto che, come dice a un certo punto John Robie, “ho l’hobby della verità”. Che era anche l’ossessione, ben dissimulata, di sir Alfred Hitchcock.

Il celebre bacio a sorpresa di Grace Kelly: l’erotismo secondo Alfred Hitchcock