Valori SAR e cancro: quant’è pericoloso il nostro smartphone?

Uno sguardo più attento al significato del valore SAR: rischio cancerogeno effettivo, o dati puri e semplici?


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Qualche giorno fa vi avevamo parlato dei rischi generati da un’insistita esposizione al Wi-Fi: quest’oggi riprendiamo il discorso in merito ai valori SAR dei vari smartphone. A riguardo l’OMG (Organizzazione Mondiale della Sanità, ndr.) non ha ancora trovato effettivi riscontri che possano stabilire senza ombra di dubbio che le onde elettromagnetiche prodotte dai dispositivi portatili siano alla base di una maggiore insorgenza di tumori al cervello, ed in altre parti del corpo. La comunità scientifica internazionale, nella sua interezza, non ha fin qui potuto dimostrarne la correlazione diretta, non essendo state capace di fornire prove inconfutabili a riguardo. Lo IARC (International Agency for Research on Cancer, ndr.) non ha fatto altro che classificare, in via del tutto cautelativa, l’esposizione alle onde radio come ‘potenziale cancerogeno‘, di cui farebbero eccezione i ripetitori destinati alla telefonia (capiamo bene quanto il rischio, quindi, cali inesorabilmente).

Che dire del 5G? Si parte dal 2G, che lavora su frequenze comprese tra i 900 ed i 1800 MHz, per arrivare al 4G LTE (tra 800 e 2600 MHz): attività che al più può generare calore, ma non danni effettivi ai nostri tessuti. In generale, i dispositivi mobili acquistabili sul mercato italiano rientrano nei valori massimo di 8 Watt/KG e 2 Watt/KG, rispettivamente per il corpo e per la testa. Nulla da eccepire contro il 5G, nonostante siano molti i detrattori a remare contro la nuova tecnologia: le frequenze saranno sì più elevate (qualche decina di GHz in più), ma, al netto dell’incremento delle postazioni delle antenne, la pericolosità non è stata confermata (ve ne abbiamo parlato anche in questo articolo dedicato). Del resto, tali frequenze non riescono a penetrare facilmente attraverso muri ed altri paletti, figurarsi all’interno del corpo umano.

Del SAR (Specific Absorption Rate, ndr.) possiamo dirvi è il valore descrivente la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal nostro organismo nel momento in cui il corpo viene esposto ad un campo elettromagnetico. I test condotti dai vari ricercatori, pur dimostrando una qualche correlazione con l’insorgenza di patologie neoplastiche, non possono considerarsi del tutto attendibili, in quanto simulazioni di una realtà molto lontana dalla nostra. I valori devono fare i conti anche con la sensibilità soggettiva di ciascun individuo, considerando anche che l’emissione può variare sulla base delle banda su cui il dispositivo sta operando. Non c’è di che preoccuparsi: abbiamo già affermato che tutti gli smartphone in commercio rientrano in valori SAR al di sotto della soglia di pericolosità.

Detto questo, sarebbe sempre meglio optare per le classiche misure cautelative: utilizzare il device in vivavoce, oppure preferire l’impiego di auricolari con cavo; cercare di spostare il terminale dall’orecchio sinistro a quello destro, ad intervalli regolari, ed evitare di andare a dormire con il device vicino alla testa. Ovvio che i soggetti più bisognosi di cure ed attenzione da parte degli adulti siano i più piccoli, che troppo spesso vengono lasciati liberi di fare un utilizzo spropositato dello smartphone dei genitori (pratica potenzialmente nociva, e del tutto diseducativa, cui molti ricorrono per tenere a bada i loro bambini). Siete d’accordo con noi, oppure credete che la questione sia del tutto sopravvalutata? Fatecelo sapere lasciando un commento all’articolo.