Musica de Il Volo è l’opera pop che guarda al classico con gli occhi della contemporaneità, la recensione

Con cover di Gianna Nannini e Sergio Endrigo, il disco percorre diverse correnti musicali: dalla canzone italiana al pop britannico


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Ascoltare “Musica” de Il Volo significa percorrere tante strade lastricate di tante atmosfere, ma la pigmentazione che domina la scena è il vintage del bianco e nero trasposto ai giorni d’oggi, osservato attraverso la grana di un pellicola sbiadita e tradotta in digitale. In poche parole: il trio nato dai riflettori di Ti lascio una canzone è una camera lomo che osserva l’umanità dall’alto del classico, ma con un filtro fotografico per restare allineata con le evoluzioni tecnologiche.

Tre ragazzi della nuova generazione possono fare tanto, e questo è ciò che “Musica” de Il Volo riesce a proporre con stile, superata la naturale ingenuità degli esordi. L’album arriva dopo la partecipazione al Festival di Sanremo con il brano Musica che resta e celebra il decimo anniversario della formazione, dettaglio che i tre cantanti hanno più volte ribadito con orgoglio nelle ultime settimane.

Al tributo di Arrivederci RomaMeravigliosa creatura si uniscono, immancabilmente, tre ineditiMusica che restaFino a quando fa beneVicinissimo, che portano le firme di Davide Petrella – spesso al tavolo con Cesare Cremonini – e Dardust, al secolo Dario Faini, co-autore di Soldi di Mahmood. Il brano sanremese apre il disco ed è subito celebrazione della canzone italiana. La loro abilità è il crescendo che già li aveva fatti esplodere ai tempi di Grande amore, e quando le loro voci si uniscono in coro possiamo parlare di opera nel senso più classico del termine. Il Volo è il progetto di opera pop che negli ultimi anni ha creato il sincretismo tra classicità e mainstream, e Musica che resta racconta l’amore con una sinfonia, dove il sentimento viene tradotto in metafora della musica e viceversa. La celebrazione dell’amore continua con Vicinissimo, più vicina alla ballad scanzonata: «Non ho mai cercato amore prima di incontrare te». Il pezzo non esplode in percussioni incisive e ritmi in 4/4, ma la potenza del brano arriva quando i tre uniscono le loro voci nel ritornello.

Fino a quando fa bene, terzo e ultimo inedito presente nel disco, è una ballad più deliberata con un titolo che rivela una promessa di amore eterno: «Ti amerò senza smettere un secondo, fino a quando c’è tempo, fino all’ultimo sguardo. Fino a quando fa bene». Ascoltarla sulle cuffie mentre si osservano gli innamorati che si baciano nei parchi o per le strade è perfetto. La canzone è una dichiarazione appassionata, potenziata dalle capacità canore del trio ed enfatizzata da un ritornello orecchiabile e radiofonico, senza esplosioni percussive – come accade in Vicinissimo – ma con l’intensità di una struggente dedica che non ha bisogno di rumore.

Come un battello sul Tevere, Arrivederci Roma è un cocktail di archi, fiati e mandolini, nel pieno status del vintage che non smette mai di incantare. Il brano di Renato Rascel è riproposto in lingua inglese, ma non perde la magia dell’originale grazie all’accurata scelta dell’arrangiamento senza contaminazioni della musica contemporanea. Dalle sonorità di un tempo passato ma mai spento, Rascel cede il posto alla boyband dei Blue con A chi mi dice, il brano che fece impazzire i fan italiani nel 2004 con l’adattamento di Breathe easy. Il risultato è una versione un po’ forzata di un brano forse troppo lontano dall’etica de Il Volo, che comunque in questo disco riesce a colorarsi di eleganza e a ritrovare importanza, passando dall’essere una canzone solamente radiofonica e per adolescenti a un brano apprezzabile anche da chi non è esattamente un millennial.

Con un’inevitabile commozione respiriamo il potere di Barbra Streisand nell’interpretazione di People, riproposta con lo stesso tappeto orchestrale che in “Musica” de Il Volo si rafforza con il coro a tre voci in più parti del brano. Si muovono timidamente, i tre ragazzi, quasi in una rispettosa riverenza. Le strade percorse dal trio in questo nuovo album si spostano verso il Messico con La nave del olvido scritta da Dino Ramos e interpretata da José José nel 1970. I tre ragazzi de Il Volo restano fedeli alla struttura in 6/8 e si muovono secondo il loro stile, interpretando con passione un classico, ancora una volta, senza contaminarlo con le sonorità contemporanee che in altre occasioni risultano fuori luogo.

Si volge lo sguardo ancora indietro, poi, e dal Messico si torna in Italia e più precisamente al Festival di Sanremo. Nel 1969 Sergio Endrigo partecipò con Lontano dagli occhi, e 50 anni dopo il trio de Il Volo propone un omaggio, forse tutt’altro che casuale, per celebrare un altro classico della musica italiana. La canzone italiana, infatti, ricorre spesso nelle produzioni dei tre ragazzi e “Musica” de Il Volo, infatti, si chiude con altre due hit che hanno fatto la storia: La voce del silenzio, scritto e interpretato da Tony Del Monaco per il Festival di Sanremo del 1968 e reso popolare da Mina, e infine Meravigliosa creatura, l’appassionante dichiarazione d’amore di Gianna Nannini.

Meravigliosa creatura, nella versione di “Musica” de Il Volo, diventa un canto corale ancora più intenso, e la scelta potrebbe giustificarsi in un rispetto assoluto per la versione originale che appartiene solamente e dignitosamente alla cantante di America. Riproporre Meravigliosa creatura con lo stesso arrangiamento pop-rock potrebbe disturbare e far storcere il naso. Per questo i tre ragazzi spostano l’attenzione sull’elemento naturale della musica: le voci, che qui diventano un muro angelico fatto di luci e ombre, ma soprattutto di grande e indiscusso talento.

La voce del silenzio, forse, è l’interpretazione meno riuscita del disco. Il grigiore dell’originale viene lasciato da parte per favorire la potenza vocale del trio, ma in questo caso si poteva evitare. Tuttavia la loro bravura e il tentativo restano ammirevoli, e c’è sempre un perdono. Tuttavia Be my love, canzone popolare incisa nel 1950 e interpretata anche da Andrea Bocelli, risulta l’abito sonoro e compositivo che viene indossato meglio, anche se a più riprese la critica ha preferito le interpretazioni al femminile come quella di Katherine Jenkins.

Prodotto da Michele Canova, già collaboratore di Annalisa, Michele Bravi, Francesco Renga, Tiziano Ferro ed Eros Ramazzotti, “Musica” de Il Volo è il sesto disco in studio di Piero BaroneIgnazio BoschettoGianluca Ginoble, i tre ragazzi prodigio lanciati da Ti lascio una canzone nel 2009 così grati al mondo della musica da dedicare il titolo dell’album alla Dea che hanno sposato da quando erano giovanissimi.

In tanti si aspettavano un album di soli inediti, ma l’arte presente in “Musica” de Il Volo è in continua evoluzione e le 11 tracce lo dimostrono: è sempre l’ora di crescere, è sempre l’ora di evolversi.