La Lega vuole il 5G in Italia senza Huawei, ritorna l’ipotesi golden power contro i cinesi

Missione del partito di Matteo Salvini è quella di escludere i cinesi dai lavori per l'infrastruttura di rete

rete 5G

INTERAZIONI: 49

Il 5G in Italia sembra costellato più da ostacoli di natura “diplomatica” piuttosto che da quelli di tipo tecnico e l’ultimo aggiornamento sull’argomento vede la Lega di Matteo Salvini contro Huawei: una nuova interrogazione parlamentare mira a sciogliere gli attuali accordi per l’infrastruttura della rete ultra veloce con l’aziende cinese, utilizzando il non ben noto golden power. Le accuse ai danni del brand sono sempre quelle di mettere in pericolo la sicurezza nazionale e dunque di vero e proprio spionaggio.

L’interrogazione parlamentare che mira ad una rete 5G in Italia senza Huawei è partita dall’esponente della Lega Massimiliano Capitanio. Il testo indirizzato al Governo pone l’accento sui forti dubbi  legati all’operato dell’azienda cinese, certamente fomentati dalle posizioni degli Stati Uniti. Ritorna in auge dunque l’invocazione del golden power che qualche settimana sembrava essere in procinto di essere utilizzato  proprio dal nostro Governo (salvo poi regolare smentita): in pratica si tratta della possibilità di recedere da accordi già stipulati e relativi contratti di fornitura per l’infrastruttura necessaria in costruzione, senza l’aggravio di inciampare in penali o in altre limitazioni di natura legale.

Se la rete 5G in Italia non deve essere affidata a Huawei, a chi spetta il gravoso compito? Sempre secondo l’interrogazione parlamentale a nome della Lega, questa dovrà essere affidata esclusivamente a Siemens, Nokia ed Ericsson. La posizione del partito di Matteo Salvini sarebbe dunque affine a quella dell’amministrazione di Donald Trump che negli ultimi mesi ha esercitato più di qualche pressione sui paesi europei per escludere Huawei proprio dai grandi progetti della nuova infrastruttura di rete. Solo qualche giorno fa, ad esempio, è pure giunta una non tanto velata minaccia da parte del Segretario di Stato Mike Pompeo: gli USA non assicureranno agli stati che sceglieranno Huawei come partner la piena collaborazione in determinati ambiti dove sarà necessario condividere informazioni sensibili.  La Lega sembra aver risposto immediatamente all’appello pro-americano ma non dimentichiamoci il fondamentale apporto sulla questione del Movimento 5 Stelle nella figura di Luigi di Maio, ministro dello Sviluppo Economico. L’interrogazione farà certo discutere, e non poco, il parlamento.