Mahmood tra razzismo indotto e presunta omosessualità, il vincitore di Sanremo replica alle polemiche: “Mai sentito diverso”

Il vincitore di Sanremo 2019 parla delle polemiche suscitate dalla sua vittoria al Festival tra razzismo e voci sulla presunta omosessualità


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Io non ho mai avvertito di essere diverso. La differenza me la stanno facendo sentire oggi“: così Mahmood replica alle polemiche razziste che hanno fatto seguito alla sua vittoria a Sanremo con Soldi. Orde di commenti rancorosi e ignoranti dilagati sui social da parte di persone che hanno posto la sua origine mista – mamma italiana e padre egiziano – davanti al suo talento musicale, dimenticando che questo cantautore dallo stile peculiare è nato e cresciuto in un quartiere popolare di Milano.

In un’intervista al Corriere della Sera, il trionfatore a sorpresa dell’ultima edizione del Festival si dice incredulo di fronte al polverone sollevato intorno alla sua persona e in particolare alle polemiche sul suo nome (Alessandro Mahmaud) o sul fatto di avere un genitore egiziano da cui ha ereditato influenze della cultura araba confluite nella sua musica. Un razzismo dilagante e sdoganato da rappresentanti delle istituzioni che hanno a più riprese contestato l’esito della classifica sanremese velando le proprie proteste di una malcelata antipatia verso un cantante non ritenuto un perfetto rappresentante della musica italiana. Mahmood ricorda di provenire da un quartiere, Gratosoglio, in cui non sono mai esistite differenze di colore o status sociale, dove il multiculturalismo è un dato di fatto.

Io non ho mai avvertito di essere diverso. La differenza me la stanno facendo sentire oggi. Ho fatto le scuole con bimbi russi, bulgari, rom. Il più figo della classe era cinese, quello un po’ bullizzato era italiano, messo in mezzo perché cicciottello, non per altro.

Sempre al Corriere, Mahmood replica alle voci sulla sua omosessualità, anche queste strumentalizzate dopo la vittoria, stavolta come potenziale elemento di disturbo per la propaganda leghista.

Io non ho mai detto di essere gay. La mia è una generazione che non rileva differenze se hai la pelle di un certo colore o se ami qualcuno di un sesso o di un altro. Io sono fidanzato, ma troverei poco educata la domanda se ho una fidanzata o un fidanzato. Specificare significa già creare una distinzione.

La sua canzone Soldi è dedicata al rapporto controverso col padre che lo ha abbandonato da bambino: da allora i due non hanno contatti.

Figlio mio, amore, vieni qua. Era con queste parole che mi chiamava per tornare a casa quando, bambino, giocavo nel parchetto del Gratosoglio. Avevo 5 anni e, di colpo, non mi ha chiamato più. Ora non so dove sia.